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Chi è Yang Huiyan, ex donna più ricca della Cina: da un patrimonio di $ 16,8 mld a un buco di $ 193 mld

Yang Huiyan, ereditiera del colosso Country Garden, è stata la donna più ricca della Cina collezionando nel 2022 un patrimonio di $ 16,8 miliardi. A seguito della crisi del mattone, si trova a fronteggiare debiti pari alla cifra di $ 193 miliardi

21 Agosto 2023

Chi è Yang Huiyan, ex donna più ricca della Cina: da un patrimonio di $ 16,8 mld a un buco di $ 193 mld

Sfortunatamente per lei, poco amante della notorietà e dei media, in questi giorni i riflettori del mondo intero sono puntati su Yang Huiyan, l’ereditiera cinese quarantaduenne proprietaria della società immobiliare Country Garden, inserita da Forbes tra le 500 aziende più grandi del mondo con i suoi circa 70mila dipendenti.

La donna, laureatasi nel 2003 all'Università statale dell'Ohio e detentrice di doppio passaporto sino-cipriota (legalmente non permesso dalle autorità cinesi), come emerge dai nebulosi “Cyprus Papers”, è stata la donna più ricca della Cina e dell'Asia: nel 2022 Yang aveva un patrimonio netto stimato di $ 16,8 mld.

La feroce crisi che sta investendo il mercato immobiliare cinese, iniziata nel 2021 con l’indebitamento e il fallimento di Evergrande, un altro colosso locale del mattone, ha colpito prepotentemente anche la Country Garden Holdings di cui la Yang, dopo che nel 2007 il padre le ha trasferito la maggioranza delle quote, è la principale azionista.

Se la colata a picco di Evergrande aveva destato preoccupazioni, la rovinosa caduta in borsa avvenuta lo scorso 15 agosto 2023 del 18% ad Hong Kong della Cgh, che viene definita una “Evergrande all’ennesima potenza”, fa tremare l’economia cinese, di cui il settore immobiliare costituisce il 25%. La crisi del mattone locale, congiuntamente alle pressioni deflazionistiche e ad una crescita più lenta delle vendite al dettaglio e della produzione industriale, secondo gli analisti cinesi potrebbe portare ad una crescita della produzione industriale del +3,7% a scapito di una previsione pari al + 4,6%.

Ora si stima che l'azienda debba interfacciarsi con debiti pari alla cifra di 1,4 trilioni di yuan (equivalenti a 193 miliardi di dollari).

Un effetto Lehman Brothers 2.0 o uno spiraglio per le economie occidentali?

La banca centrale cinese si è dichiarata disposta ad abbassare i tassi di interesse, ma secondo gli economisti una manovra del genere potrebbe essere come mettere un cerotto su una ferita: inutile; infatti non risolverebbe alla radice il problema legato all’intrinseca fragilità della classe media cinese, che avrebbe dovuto essere il principale cliente dei colossali progetti lanciati in questi anni dai due colossi.

Essendo coinvolto in questa faccenda anche il settore bancario, i più accorti urleranno all’effetto Lehman Brothers e alla ripercussione su scala internazionale della crisi interna al paese; considerandone però le incongruenze, una crisi del 2008 “2.0” è improbabile, poiché lo sviluppo immobiliare del Paese è stato alimentato da capitali cinesi, da banche e da investitori locali e non internazionali. C’è anche chi prevede che di questo crac cinese potrebbero invece beneficiare i mercati occidentali, avvantaggiati da uno yuan più debole.

La situazione rimane precaria e ciò che è certo è che questo tracollo ha indubbiamente inficiato le ricchezze personali della famiglia Yang che ha dovuto sborsare di tasca propria l’equivalente di $ 4,9 mld.

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