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Nomine partecipate 2023, per Leonardo la NATO fa pressing per Mariani: "Con scenari di guerra in corso meglio puntare su esperti e già operativi". Piano "B" confermare Profumo - ESCLUSIVA

Nella partita per le nomine per le partecipate 2023, per Leonardo entra in gioco la NATO e fa endorsement su Mariani: "Con scenari di guerra in corso è meglio puntare su esperti di settore e già operativi". In alternativa, il piano "B" sarebbe quello di confermare Profumo, ma per Meloni Cingolani resta il favorito - ESCLUSIVA de Il Giornale d'Italia

30 Marzo 2023

Nomine partecipate 2023, per Leonardo la NATO fa pressing per Mariani: "Con scenari di guerra in corso meglio puntare su esperti di settore". Piano "B" confermare Profumo - ESCLUSIVA

Nella partita Leonardo, tra le nomine delle partecipate 2023, scende in campo anche la NATO. Secondo quanto è in grado di rivelare in esclusiva Il Giornale d'Italia, infatti, anche l'Alleanza Atlantica avrebbe fatto trapelare per le vie brevi (al Quirinale e ad alcuni Ministri) le sue preferenze in merito al futuro di una delle più importanti aziende italiane e mondiali di tecnologia ed armamenti.

Nella partita a due per i futuri vertici, quella tra Roberto Cingolani, che gode della fiducia di Mario Draghi e di Giorgia Meloni e Lorenzo Mariani, indicato dal ministro della difesa Guido Crosetto, le preferenze dell'Alleanza Atlantica andrebbero decisamente verso quest'ultimo. "In un momento del genere con scenari di guerra in corso è molto meglio puntare su esperti di settore e già operativi, anziché su personalità provenienti da altri ambienti o con tempi di execution più lunghi" spiega senza mezzi termini una fonte di alto livello.

Alternativamente, Il piano "B" per gli alleati sarebbe quello di mantenere Profumo al vertice dell'azienda: "Leonardo è un'azienda che sta diventando sempre più strategica per via delle forniture di armi all'Ucraina".

Relativamente al presunto conflitto d'interesse di Cingolani a seguito dell'ingresso nel board del nuovo Fondo per l’innovazione della Nato, questo non rappresenterebbe un potenziale fattore ostativo per l’ex ministro in quanto il ruolo oltre a prevedere un impegno minimo ed un semplice rimborso spese non comporterebbe alcuna attività operativa e di investimento, delegate al management committee.

Cedere la guida di Leonardo a Cingolani non potrà tuttavia non aprire una crepa nei rapporti tra Giorgia e il suo ministro della difesa Guido Crosetto, da tempo orientato ad assegnare la posizione a una figura di lunga esperienza nel mondo della difesa quale Lorenzo Mariani, oggi ai vertici di Mbda e su cui anche la Presidente del Consiglio è sempre stata d'accordo sin dai tempi della formazione del governo, come aveva già anticipato Il Giornale d'Italia. Accordo che adesso la Meloni vorrebbe modificare. La domanda delle domande è quanto possa convenire oggi alla Meloni aprire un ipotetico fronte con il suo ministro della Difesa, legatissimo per storia culturale al Quirinale? D’altronde è opinione di molti anche negli ambienti del deep state tricolore che Cingolani potrebbe presto assumere un ruolo internazionale a lui molto più congeniale rispetto all’attuale strategia di governo, in primis alla giapponese Hitachi. Resta comunque valido il detto "tra i due litiganti il terzo gode", con l'opzione Profumo sul tavolo.

Rimane, inoltre, sullo sfondo l'ipotesi Elisabetta Belloni, ex segretaria generale della Farnesina, oggi alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Potrebbe, però, mantenere il suo incarico per non alterare gli equilibri generali. 

D'altro canto, però, Lorenzo Mariani, managing director di Mbda Italia, già dato in short list da il Giornale d’Italia, in occasione della conferenza stampa dell'azienda, alla domanda sulla prossima leadership di Leonardo, ha sottolineato:

La leadership di Leonardo dovrà valorizzare MBDA. Sicuramente gli effetti positivi dell’interesse dei nostri tre azionisti si vedono anche in termini di risultati positivi”.

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