21 Marzo 2023
Dopo le voci che si sono rincorse nelle ultime settimane, la notizia è ufficiale: dopo i tagli annunciati da Getir, Gorillas lascia l’Italia e licenzia 540 persone (tra dipendenti, collaboratori e manager). La startup tedesca di spesa a domicilio nata in Germania nella primavera 2020 nei mesi del lockdown ha deciso di puntare su altri Paesi.
“Come annunciato il 24 maggio”, si legge nel comunicato rilasciato dalla startup, “abbiamo deciso di concentrare maggiormente la nostra attenzione su Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Stati Uniti. La stragrande maggioranza dei nostri ricavi (90%) proviene da questi mercati chiave”.
Fare la spesa online durante i mesi dell’emergenza pandemica era normalità. È proprio in quel periodo che Gorillas ha costruito il suo successo. La startup ha infatti conquistato in maniera molto rapida una fetta consistente del mercato di riferimento, raccogliendo round di finanziamento di rilievo per un totale di 1,3 miliardi di euro, che ha reso la startup tedesca un unicorno, con un valore di circa 3 miliardi.
Forse a causa della fine delle restrizioni e del ritorno alle abitudini di prima, per Gorillas sono nate le prime difficoltà. La startup ha quindi scelto di abbandonare le 5 città italiane dove era presente: Milano, Roma, Torino, Bergamo e Firenze.
“Abbiamo già chiuso 3 dei nostri magazzini nelle città di Milano, Roma e Bergamo”, spiegano dalla startup, “e stiamo pianificando di chiudere il resto dei magazzini in tutto il Paese nelle prossime settimane. Fino ad allora e finché i livelli delle scorte lo consentiranno, continueremo a fornire i nostri clienti”.
Una decisione che coinvolge quindi anche i dipendenti in Italia della società. “Questa decisione”, continua il comunicato di Gorillas, “ha importanti implicazioni per il nostro equipaggio in Italia. Tutti loro sono già stati informati dei nostri piani per questo mercato e abbiamo avviato conversazioni con i sindacati mentre iniziamo il processo di licenziamento collettivo. Dopo più di un anno di attività in Italia, questa è stata una decisione molto difficile da prendere per il nostro team in Italia e per l’intera famiglia dei Gorilla”, conclude la società.
Anche Getir, startup turca fondata nel 2015 e specializzata nella spesa online con consegna a domicilio, ha avviato un processo di contenimento dei costi. Secondo una nota interna all’azienda pubblicata da TechCrunch, la società ha deciso di tagliare l’organico del 14% a livello globale. Le cause? “L’aumento dell’inflazione e il deterioramento delle prospettive macroeconomiche in tutto il mondo”, si legge nella nota pubblicata da TechCrunch, “spingono tutte le aziende, in particolare quelle nel settore tecnologico e quindi anche Getir, ad adattarsi al nuovo contesto”.
I tagli saranno diversi per ogni Paese in cui opera la società. “Non prendiamo queste decisioni alla leggera”, si legge ancora nella nota. “Aiuteremo ogni persona durante questo processo, in linea con i valori di Getir. Ridurremo anche la spesa per investimenti di marketing, promozioni ed espansione”.
Solo due mesi fa, Getir aveva accumulato finanziamenti per 768 milioni di dollari ed era stata valutata quasi 12 miliardi di dollari. Tuttavia, in questo particolare contesto si osserva come le aziende tech, grandi e piccole, abbiano osservato un generale raffreddamento dei mercati. Da Netflix a Klarna, un tante hanno quindi deciso di tirare i remi in barca. A proposito: appena ieri anche Gorillas, una diretta concorrente proprio di Getir, ha annunciato il licenziamento di 300 persone, pari al 50% dell'intera forza lavoro, e l'intenzione di valutare opzioni di vendita di parte delle proprie risorse o abbandono di certi mercati (tra cui proprio quello italiano).
Non è troppo difficile spiegare cosa stia accadendo: molti settori tech, in particolare quello delle delivery in tutte le sue forme, è cresciuto enormemente grazie alla pandemia di COVID-19. Ma l'emergenza sanitaria sta rientrando, pian piano, e lo stesso, almeno un po', fanno le vecchie abitudini.
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