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Henkel, Panajia: “Il nostro obiettivo è diventare un’azienda climate positive entro il 2040, per fornire più valore con meno risorse”

Mara Panajia, General Manager Henkel Laundry & Home Care Italy racconta a Il Giornale d’Italia il valore della sostenibilità per l’azienda: “Oggi abbiamo oltre il 90% di confezioni riciclabili e puntiamo nel 2025 ad arrivare al 100%”

23 Febbraio 2022

Henkel, Panajia: “Il nostro obiettivo è diventare un’azienda climate positive entro il 2040, per fornire più valore con meno risorse”

Oggi la sostenibilità è uno dei concetti più ambiti e ricercati per le aziende di tutto il mondo. Chi ha fatto suo questo tema già in tempi non sospetti è Henkel, azienda chimica tedesca, con sede a Düsseldorf e 125 rappresentanze in diversi Paesi e che opera oggi in tre aree strategiche, Adhesive Technologies, Laundry & Home Care e Beauty Care. Henkel è pioniera nel packaging sostenibile e punta oggi a diffondere nuove soluzioni per lo sviluppo sostenibile, a gestire l’attività in modo responsabile, senza tralasciare però i risultati economici come spiega a Il Giornale d’Italia la General Manager della divisione Laundry & Home Care Italia Mara Panajia.

- Come la pandemia ha impattato nel vostro lavoro in questi anni?

"Ha impattato sia sui prodotti che sul nostro modo di servire i consumatori. I nostri prodotti sono sviluppati per la pulizia della casa e non solo, gran parte del nostro portafoglio riguarda il così detto bucato grosso e qui sicuramente abbiamo registrato un cambiamento, perché le persone non andando più in ufficio avevano meno indumenti da lavare. Per questo, l’attenzione si è spostata più verso i prodotti per la pulizia della casa e i piatti un mercato che, soprattutto per il lavaggio a mano rispetto agli ultimi anni, è cresciuto notevolmente."

 

- E al vostro interno in azienda?

"Siamo stati tra le prime aziende ad andare in smart working addirittura il 24 febbraio, per fortuna avevamo già pc portatili; quindi, dal punto di vista infrastrutturale non è stato un problema. Siamo stati anche tra i pochi a non chiedere di ritornare in azienda, abbiamo sempre lasciato le nostre persone libere di decidere. Ancora oggi facciamo così, finché perdura lo stato di emergenza, non obbligheremo le persone a rientrare e credo che questa sia una scelta che i nostri dipendenti apprezzano e valorizzano. Al momento abbiamo un 20% di persone che hanno preferito rientrare in ufficio."

 

- Qual è al momento il vostro impegno nello sviluppare prodotti e processi in ambito sostenibile?

"Per noi la sostenibilità permea tutto il nostro modo di agire, è insita da sempre nel way of business dell’azienda, tanto a livello locale che globale. La sostenibilità è infatti uno dei valori aziendali e una linea guida di comportamento vincolante per tutti i dipendenti in ogni Paese in cui operiamo. In Henkel sostenibilità significa da un lato realizzare prodotti più ecologici e che permettano ai nostri consumatori un sempre minor spreco, dall’altro agire concretamente affinché il packaging sia sempre più sostenibile. Assicuriamo performance in modo sostenibile attraverso l'uso di ingredienti di origine vegetale, provenienti da fonti rinnovabili e formuliamo prodotti concentrati (meno acqua, meno CO2)."

"Un esempio di questo impegno è la linea Pro Nature, certificata Ecolabel, con formule create con ingredienti fino al 99,9% naturali, packaging da materiale riciclato e uso di social plastic proveniente da plastic bank, ossia la raccolta effettuata dalle popolazioni di Paesi in via di sviluppo, che ha il duplice vantaggio di ridurre l’inquinamento da plastica e offrire una fonte di reddito alle popolazioni stesse. Inoltre, lavoriamo incessantemente per migliorare il nostro contributo a un'economia circolare, puntando a rendere le nostre confezioni completamente riciclabili, sviluppando offerte più compatte e aumentando la quota di plastica riciclata nei nostri imballaggi. Oggi possiamo affermare che la quasi totalità dei nostri pack è riciclabile al 100%; abbiamo già introdotto delle percentuali di plastica riciclata che, in alcuni casi, come il Vernel concentrato, raggiungono il 100%. Infine, produciamo in fabbriche che utilizzano energia verde e che non producono rifiuti in discarica."

 

- Siete stati i primi nel 1990 a lanciare detersivo ecologico in Italia, con uno sguardo al packaging sostenibile

"Per Henkel la sostenibilità è un valore da sempre, siamo stati infatti tra le prime aziende, nei primi anni del ‘900 ad avere un approccio più sistematico alle questioni ambientali. Nel 1990 abbiamo lanciato per primi il brand Atlas, una linea di detergenti fatta di ingredienti di origine vegetale con packaging sostenibile e meno plastica. Sempre negli anni ’90 abbiamo chiesto ai nostri fornitori di ricevere plastica riciclata pulita con lo scopo di renderla quanto più simile alla plastica vergine. Infine, una lunga storia anche di rendicontazione: nel 1992 Henkel ha pubblicato il suo primo Rapporto ambientale, siamo infatti una delle pochissime aziende del settore chimico-farmaceutico che può vantare ben 30 anni di attenzione e rendicontazione sulla sostenibilità."

 

- Come si può avvicinare il consumatore a fare una scelta consapevole?

"La cosa importante è rendere il consumatore consapevole, negli anni ’90 non era facile, i tempi non erano maturi e non c’era ancora una coscienza ecologica. Anche adesso devo dire che talvolta il consumatore mantiene un certo scetticismo nei confronti dei prodotti ecologici, pensando che siano meno performanti e più costosi. Proprio per questo, lavoriamo per rendere quella del consumatore una scelta consapevole, aiutandolo a scegliere prodotti sostenibili ma altrettanto performanti."

"Un esempio sono i nostri detersivi predosati. Una dose di detersivo concentrato già preconfezionata in un film idrosolubile, che da un lato strizza l’occhio all’ambiente (nessun rischio di spreco del prodotto/sovradosaggio, possibilità di lavaggio a minore temperatura e minore necessità di acqua nel risciacquo) e dall’altro semplifica il processo di lavaggio. Un altro esempio è il nostro L’Acchiappacolore prodotto già sostenibile per natura, perché lavando insieme colori diversi, consente di ridurre il numero di lavaggi in lavatrice, risparmiando acqua ed energia elettrica. Oggi si presenta con un foglietto realizzato con il 100% di fibre naturali, senza fibre di microplastica, ed ha ottenuto la certificazione FSC, fibre da fonti gestite in maniera responsabile, il che rende il prodotto il più sostenibile possibile."

 

- Avete anche organizzato un webinar dove si faceva il punto sul binomio sostenibilità e largo consumo, come è possibile coniugarli?

"L’appuntamento che abbiamo realizzato con il network di Ceo for Life lo scorso 3 febbraio ci ha permesso di condividere le nostre esperienze con altre aziende del largo consumo. Abbiamo parlato di come sia importante raggiungere questo obiettivo e quindi coniugare le due cose, sia come aziende che come privati cittadini. Tutti siamo chiamati a lavorare per far sì che questo circolo virtuoso si inneschi. Abbiamo affrontato anche l’argomento “educazione del consumatore”, un impegno affinché la comunità possa progredire nell’uso consapevole dei prodotti. L’Italia è uno dei Paesi più attivi nel riutilizzo e riciclo della plastica, è importante che il consumatore sia informato su come viene smaltita e riutilizzata."

 

- In che misura avete rispettato i target di sostenibilità al 2020?

"Abbiamo lanciato nel 2010 una strategia di sostenibilità che lavorava su molti aspetti, come ad esempio le emissioni di Co2, il consumo di acqua e i rifiuti prodotti. Alla fine del 2020 e quindi in dieci anni, abbiamo annunciato quelli che erano stati i nostri risultati a livello mondiale: -44% di emissioni, -28% di consumi idrici e -44% di generazione di rifiuti, risultati molto importanti che ci spingono ad andare avanti in questa direzione."

- Progetti futuri in questo ambito?

"Per noi è un dovere garantire alla prossima generazione lo stesso benessere, se non superiore, a quello abbiamo potuto vivere noi, bisogna quindi agire oggi per assicurarci che le risorse siano sufficienti anche in futuro; non esiste un Planet B. Abbiamo messo appunto un piano strategico sostenibile stabilendo obiettivi intermedi a 5 anni, diventeremo un’azienda climate positive, quindi trasparente e circolare già entro il 2040 per fornire più valore con meno risorse, dieci anni prima rispetto all’obiettivo che la Conferenza di Parigi sul clima ha fissato al 2050. La sostenibilità non è solo ambiente ma è anche comunità, cerchiamo infatti di aumentare l’impatto sociale dei nostri brand ad alta penetrazione e per questo collaboriamo con realtà come UNICEF, FAI e Plastic Bank."

 

- L’obiettivo quindi è il 2040?

"Sicuramente, poi abbiamo anche obiettivi intermedi, come il 2025 per far sì che i nostri imballaggi siano al 100% riciclabili e aumentare del 50% la plastica riciclata nei nostri pack."

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