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Attentato Sydney, 59 i capi d’accusa per killer 24enne pakistano Naveed Akram sopravvissuto: da terrorismo a omicidio a strage

La polizia australiana ha annunciato di aver formalmente incriminato con 59 capi d’accusa il 24enne pakistano Naveed Akram responsabile, insieme al padre, dell’attentato a Bondi Beach, in cui hanno perso la vita 15 persone

17 Dicembre 2025

Attentato Sydney, 59 i capi d’accusa per killer 24enne pakistano Naveed Akram sopravvissuto: da terrorismo a omicidio a strage

Naveed Akram Fonte: X @MuCashPro

Sono 59 i capi d’accusa contestati a Naveed Akram, 24 anni, cittadino pakistano e unico attentatore sopravvissuto alla strage di Bondi Beach a Sydney. Il giovane dovrà rispondere di terrorismo, omicidio, tentato omicidio e strage per l’attacco armato compiuto domenica durante le celebrazioni di Hanukkah. Akram aveva agito insieme al padre Sajid, ucciso dalla polizia sul posto.

Attentato Sydney, 59 i capi d’accusa per killer 24enne pakistano Naveed Akram sopravvissuto: da terrorismo a omicidio a strage

La polizia australiana ha annunciato di aver formalmente incriminato con 59 capi d’accusa il 24enne pakistano Naveed Akram responsabile, insieme al padre, dell’attentato a Bondi Beach, in cui hanno perso la vita 15 persone. Tra le imputazioni figurano terrorismo, omicidio, tentato omicidio e strage.

L’attacco è stato compiuto da padre e figlio, Sajid e Naveed Akram. Il primo è stato ucciso dagli agenti intervenuti sul posto, mentre il secondo, 24 anni, è sopravvissuto ed è stato recentemente risvegliato dal coma in ospedale. Secondo quanto riportato dal Guardian, Akram dovrà rispondere, oltre che di terrorismo, di ciascuno dei 15 omicidi, di 40 tentati omicidi, di possesso di un ordigno esplosivo, di uso di arma da fuoco con l’intento di causare gravi lesioni e di aver esposto pubblicamente un simbolo terroristico.

Le indagini degli inquirenti si concentrano ora sui possibili legami degli Akram con lo Stato islamico. Nell’auto utilizzata dai due attentatori sarebbero state rinvenute 2 bombe artigianali e due bandiere nere, elementi che, insieme a un recente viaggio nel sud delle Filippine, hanno rafforzato l’ipotesi di un collegamento con ambienti jihadisti.

Sul punto è intervenuta anche la presidenza filippina. “Non ci sono prove che il nostro Paese sia stato utilizzato per addestrare terroristi”, ha dichiarato una portavoce, ricordando tuttavia come in passato nella provincia meridionale di Mindanao abbia operato Abu Sayyaf, gruppo affiliato al sedicente Stato islamico.

Mentre proseguono le indagini, Sydney si è stretta nel lutto. Centinaia di persone si sono radunate per i primi funerali delle vittime dell’attentato avvenuto durante le celebrazioni ebraiche di Hanukkah. Il primo saluto è stato rivolto a Eli Schlanger, 41 anni, marito e padre di cinque figli, assistente rabbino dell’organizzazione che aveva promosso l’evento “Chanukah by the Sea”.

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