21 Novembre 2025
Fonte: Gettyimages
Tra il 7 e l'11 novembre del 2024 un gruppo di scienziati iraniani legati al settore militare del Paese si sono recati con una "missione segreta" a San Pietroburgo per imparare delle "tecnologie e competenze per costruire armi nucleari senza il bisogno di effettuare test esplosivi", rivelando un asse di cooperazione sempre più stretto tra Mosca e Teheran.
Un gruppo di scienziati nucleari iraniani legati all’apparato militare della Repubblica Islamica ha effettuato un viaggio segreto in Russia tra il 7 e l’11 novembre 2024. La missione, che rientrerebbe in un canale emergente di cooperazione scientifica tra centri di ricerca russi con legami militari e l’Organizzazione per l’Innovazione e la Ricerca della Difesa iraniana (SPND), avrebbe avuto l’obiettivo di acquisire tecnologie avanzate a doppio uso, potenzialmente applicabili anche alle armi nucleari.
Documenti ottenuti dal quotidiano britannico rivelano che il gruppo era composto da fisici e ingegneri in possesso di passaporti diplomatici numerati consecutivamente e che ha incontrato a San Pietroburgo la società russa Laser Systems, già sottoposta a sanzioni statunitensi per lo sviluppo di tecnologie civili e militari. Gli scienziati provenivano da università iraniane con collegamenti diretti al complesso militare-nucleare, tra cui la Shahid Beheshti University, la Islamic Azad University di Kashan e la Malek Ashtar University of Technology, quest’ultima da anni sotto sanzioni di Usa e Unione Europea.
Secondo Jim Lamson, ex analista della Cia, “le evidenze indicano che gli scienziati iraniani cercavano tecnologia laser e competenze che potessero aiutarli a convalidare un design di arma nucleare senza effettuare un test esplosivo”. Nicole Grajewski, analista del Carnegie Endowment for International Peace, aggiunge che tali attività sembrano essere state autorizzate “ad alti livelli sia in Russia che in Iran”.
Il rapporto bilaterale è confermato anche da una missione inversa: nel febbraio 2025, Andrei Savin, ex direttore tecnico di Laser Systems, si è recato a Teheran per incontrare rappresentanti della DamavandTec e funzionari legati all’SPND. Nel maggio 2024, la stessa società iraniana aveva chiesto isotopi radioattivi regolamentati, come trizio, stronzio-90 e nichel-63, materiali con potenziali applicazioni militari.
Nonostante Teheran continui a sostenere che il proprio programma nucleare sia “interamente pacifico”, le prove raccolte indicano una crescente opacità nelle relazioni scientifiche tra Iran e Russia, con scambi di conoscenze e materiali potenzialmente rilevanti per lo sviluppo di armi nucleari. L’inchiesta solleva interrogativi sulle implicazioni per la sicurezza internazionale e sulla necessità di un controllo più rigoroso delle tecnologie sensibili a doppio uso.
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