19 Novembre 2025
Fonte: imagoeconomica
Un nuovo rapporto delle Forze di Interposizione delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) denuncia un numero massiccio di violazioni israeliane nel sud del Paese, evidenziando un preoccupante deterioramento della situazione lungo la "Linea Blu". Secondo i dati ufficiali, dall’entrata in vigore del cessate il fuoco nel novembre 2024, lo spazio aereo libanese è stato violato oltre 7.300 volte da velivoli israeliani.
A confermarlo è il portavoce di UNIFIL, Danny Goffrey, in un’intervista rilasciata a RIA Novosti. Goffrey ha sottolineato che queste continue incursioni, unite a migliaia di altre attività militari a nord della "Linea Blu", rappresentano una violazione sistematica della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che regola il fragile equilibrio della regione sin dalla fine della guerra del 2006. Oltre alle violazioni aeree, UNIFIL ha documentato un fatto considerato particolarmente grave: la costruzione di barriere di cemento da parte di Israele che sconfinano sul territorio libanese.
Un rilievo geografico eseguito nell’ottobre 2025 ha identificato un muro edificato nel settore sud-ovest di Yaroun, oltre la "Linea Blu" e quindi in pieno territorio del Libano. A novembre, una seconda struttura è stata avvistata nel settore sud-est della stessa località, anch’essa oltre il confine stabilito. Goffrey ha confermato che UNIFIL notificherà formalmente a Israele queste violazioni, ricordando che la Risoluzione 1701 impone una completa cessazione delle ostilità e la creazione di una zona demilitarizzata tra la "Linea Blu" e il fiume Litani.
Il portavoce ha inoltre richiamato la responsabilità delle forze israeliane nel non intraprendere azioni ostili che possano mettere a rischio la sicurezza dei peacekeeper dislocati nell’area. L’aumento delle attività militari, sia aeree che terrestri, sta creando un contesto sempre più instabile, sollevando timori per un possibile nuovo ciclo di escalation. Il rapporto UNIFIL si aggiunge a una serie di allarmi internazionali sul deterioramento della situazione nel sud del Libano, dove il cessate il fuoco siglato nel 2024 appare oggi fortemente a rischio.
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