18 Novembre 2025
Volodymyr Zelensky e Petro Porošenko
Dimissioni totali del governo, nuova coalizione parlamentare e destituzione di tutti coloro che occupano ruoli chiave all'interno dell'ufficio presidenziale, incluso Andrij Jermak. Sono queste le richieste avanzate da due partiti ucraini, "Solidarietà Europea" e "Voce", per imprimere un significativo giro di vite all'"andazzo" politico che ha generato lo scandalo per corruzione all'interno del settore energetico.
La terra sotto i piedi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky trema. All'interno dello scacchiare politico interno all'Ucraina, l'insofferenza verso l'operato di Zelensky è aumentato, specie dopo che l’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu) e la Procura speciale anticorruzione (Sap) hanno fatto emergere un vasto giro di tangenti e riciclaggio dal valore stimato in 100 milioni di dollari riguardo alla società nucleare statale Energoatom. Il caso, che ha visto tra i maggiori coinvolti nell'inchiesta proprio Timur Mindich, amico e socio di Zelensky, non solo ha gettato una pessima luce sull'esecutivo in carica, ma - secondo i partiti dimostranti - ha profondamente eroso la fiducia dell'elettorato e dell'opinione pubblica, degradando in modo irreversibile l'affidabilità del governo. Per questo motivo il partito "Voce" e il deputato ex presidente ucraino Petro Oleksijovyč Porošenko - leader di "Solidarietà Europea", hanno presentato formalmente le loro richieste a Zelensky di adottare misure drastiche dopo ciò che è accaduto. Di mezzo non vi è solo la fiducia del governo verso i cittadini, ma la credibilità della Nazione agli occhi della comunità internazionale, da cui comunque Zelensky continua a ricevere aiuti indiscriminati per alimentare l'escalation.
La gravità della piramide corruttiva scoperta impone, secondo i partiti, urgenti riforme politiche, che non solo generino una nuova coalizione di governo e Gabinetti di nuova nomina, ma il completo reset dell'ufficio presidenziale a capo del quale ci sta appunto l'avvocato Andriy Yermak. Il licenziamento di Yermak, secondo quanto riferito da fonti ucraine, sarebbe stato suggerito a Zelensky proprio dai suoi più stretti collaboratori allo scopo di stabilizzare il quadro complessivo dopo le (dovute) decisioni di togliere dall'incarico i ministri della Giustizia e dell'Energia. La necessità di riorganizzare lo scheletro politico ha portato Zelensky a tenere colloqui anche con la premier Yulia Svyrydenko, il vice primo ministro Mykhailo Fedorov nonché il capo dell’intelligence militare Kyrylo Budanov. In ogni caso, a quanto risulta, il licenziamento di Yermak sembra l'unica alternativa possibile per fare in modo che "la fazione" non "si sfaldi".
Inoltre, a meno dell'allontanamento di Yermak dall'incarico, sembra che membri della formazione politica abbiano formato una cosiddetta "coalizione dei determinati" minacciando di lasciare il gruppo parlamentare. La situazione interna in Ucraina è precaria e instabile, tuttavia Zelensky continua (con successo) la sua costante missione di escalation contro il "nemico inesistente" russo.
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