17 Novembre 2025
Esercito Germania fonte: Nova
Il più grande riarmo dell'esercito dalla Guerra Fredda della Germania è made in Israel: "diversi miliardi di euro" sui 377 totali saranno infatti investiti da Berlino in armi, sistemi di intelligence e know-how firmati Tel Aviv.
La nuova strategia di riarmo tedesca guidata dal cancelliere Friedrich Merz sta ridefinendo il panorama militare europeo e, allo stesso tempo, consolidando una dipendenza senza precedenti dalla tecnologia bellica israeliana. Mentre Berlino punta a costruire “il più forte esercito convenzionale d’Europa”, i numeri rivelano un massiccio trasferimento di armamenti, know-how e sistemi di intelligence da Israele verso la Germania.
Secondo documenti trapelati a Correctiv e Politico, la lista degli acquisti previsti dal Ministero della Difesa tedesco comprende 377 miliardi di euro in nuovi sistemi, una parte considerevole dei quali legata a fornitori israeliani. Tra le voci più rilevanti figurano 700 milioni di euro destinati ai droni “kamikaze” auto-detonanti prodotti da Elbit Systems, oltre 100 milioni di euro per munizioni israeliane destinate alla flotta tedesca di droni Heron, anch’essi sviluppati da Israel Aerospace Industries.
L’elenco si aggiunge ai contratti già firmati negli ultimi anni: il più consistente è l’accordo da 4 miliardi di euro per il sistema di difesa anti-missile Arrow 3, capace di intercettare missili balistici intercontinentali e sviluppato congiuntamente da Israele e Stati Uniti. A questo si somma il gigantesco pacchetto da 2 miliardi di euro per i missili anticarro Spike, prodotti in collaborazione tra Rafael e due aziende tedesche.
L’asse Berlino-Tel Aviv non si limita all’hardware. Fonti israeliane confermano un’intensa cooperazione d’intelligence, culminata nell’operazione che ha portato all’arresto di tre presunti membri di una cellula di Hamas a Berlino. Il Mossad ha descritto il proprio contributo come “esteso e continuo”, evidenziando un livello di coordinamento senza precedenti con i servizi tedeschi.
Sul piano politico, l’approccio di Merz suscita reazioni contrastanti. Se da un lato la Cdu rivendica un “salto storico” nella sicurezza nazionale, dall’altro critici internazionali e parte della società civile temono che il legame militare con Israele — nel pieno del genocidio a Gaza — porti Berlino a chiudere gli occhi sulle accuse di violazioni dei diritti umani.
Nonostante ciò, i numeri parlano chiaro: la Germania sta investendo miliardi per incorporare tecnologie israeliane nel cuore del suo riarmo. E mentre l’apparato militare tedesco si trasforma rapidamente, la dipendenza da Israele appare destinata a crescere, non a diminuire.
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