14 Agosto 2025
Renk, fonte: Instagram, @renk
L'azienda bellica tedesca Renk ha minacciato Berlino di spostare la propria produzione negli Stati Uniti dopo lo stop che ha imposto il cancelliere Friederich Merz al rifornimento di armi a Israele.
Il produttore tedesco di trasmissioni per carri armati Renk ha annunciato che potrebbe spostare la produzione di componenti militari destinati a Israele negli Stati Uniti, a seguito della decisione della Germania di sospendere le esportazioni di armi che potrebbero essere utilizzate nella Striscia di Gaza. La mossa arriva mentre la comunità internazionale condanna l’escalation militare israeliana, che sta causando gravi perdite tra i civili palestinesi.
Renk fornisce trasmissioni e motori per i carri armati Merkava e i veicoli blindati Namer dell’esercito israeliano, componenti chiave utilizzati negli attacchi contro la popolazione civile di Gaza, tra cui il recente massacro della famiglia di Hind Rajab, una bambina di sei anni. Questi contratti militari rappresentano circa il 2-3% del portafoglio aziendale della società tedesca.
Il Ceo Alexander Sagel ha dichiarato in una conferenza post-ricavi che, se l’embargo tedesco dovesse persistere, Renk trasferirà la produzione a un altro stabilimento, ad esempio negli Stati Uniti, operazione che potrebbe richiedere otto-dieci mesi. “Se non possiamo produrle in Germania, le sposteremo altrove perché questo è un business che dobbiamo mantenere”, ha affermato Sagel.
La decisione del cancelliere tedesco Friedrich Merz, annunciata lo scorso venerdì, rappresenta un passo importante nella presa di posizione contro la guerra israeliana a Gaza. Merz ha sottolineato che Israele ha il diritto di difendersi, ma le operazioni militari pianificate nell’intera Striscia di Gaza rendono più difficile raggiungere questi obiettivi senza ulteriori violenze contro i civili palestinesi.
L’embargo tedesco arriva in un contesto in cui Gaza subisce una catastrofe umanitaria: milioni di persone affrontano fame, mancanza di acqua e bombardamenti continui. La Germania, seconda fornitrice di armi di Israele dopo gli Stati Uniti, ha così cercato di limitare la propria complicità diretta nelle violenze. Tuttavia, secondo organizzazioni come il movimento Bds, il paese continua a rilasciare licenze per esportazioni militari verso Israele, come nel caso di un sottomarino approvato lo stesso giorno dell’embargo.
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