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Elezioni New York, Zohran Mamdani verso carica di nuovo sindaco: il musulmano che conquista la città della Grande Mela (e gli ebrei)

Secondo sondaggi recenti, Mamdani sarebbe in netto vantaggio con circa il 46%, Cuomo attorno al 33% e Sliwa al 15%. Oltre 735.000 newyorkesi hanno già votato in anticipo. Polymarket attribuisce a Mamdani il 95% di possibilità di vincere le elezioni a sindaco di New York

04 Novembre 2025

Elezioni New York, Zohran Mamdani verso carica di nuovo sindaco: il musulmano che conquista la città della grande mela (e gli ebrei)

Zohran Mamdani, fonte: imagoeconomica

Il giovane socialista democratico nato in Uganda è dato per favorito nelle elezioni di domani. In questo articolo la sua storia, le sue idee radicali e perché piace tanto ai cittadini della Grande Mela in modo del tutto trasversale.

Chi è Zohran Kwame Mamdani

34 anni, nato a Kampala in Uganda, è il candidato democratico alla carica di sindaco di New York. Se eletto, sarà il primo sindaco musulmano della città e il più giovane in oltre un secolo, da quando John Purroy Mitchel assunse l'incarico all'età di 34 anni nel 1914. La sua famiglia è straordinaria: il padre Mahmood Mamdani è un rinomato professore di studi post-coloniali alla Columbia University, originario del Gujarat e di religione islamica sciita; la madre è Mira Nair, celebre regista indiana nominata agli Oscar. La famiglia si trasferì a New York quando Mamdani aveva sette anni, e divenne cittadino statunitense nel 2018. Prima di entrare in politica, ha lavorato come consulente per la prevenzione dei pignoramenti immobiliari nel Queens, esperienza che afferma lo abbia ispirato a candidarsi. Nello Stato di New York, ha guidato la battaglia per cancellare oltre 450 milioni di dollari di debito per i medaglioni dei taxi, ha sostenuto gli autobus gratuiti e ha co-fondato Studenti per la Giustizia in Palestina al Bowdoin College.

La vittoria shock alle primarie

Dopo aver ottenuto il 56% alle primarie democratiche contro Andrew Cuomo, ex governatore dello Stato di New York, è diventato il candidato dei democratici. La vittoria è stata scioccante: la maggior parte dei sondaggi principali prevedeva Cuomo come favorito nelle settimane precedenti le primarie democratiche. Se Mamdani manterrà il suo vantaggio, rappresenterà un altro grande cambiamento generazionale, diventando il primo sindaco musulmano in una città che ospita la più grande comunità ebraica al di fuori di Israele.

Il programma radicale

La piattaforma di Mamdani è audace e progressista:

  • congelamento degli affitti per tutti gli inquilini stabilizzati
  • autobus cittadini gratuiti
  • asili gratuiti universali
  • negozi alimentari di proprietà comunale
  • e aumento del salario minimo a 30 dollari entro il 2030.

Il tutto finanziato con un aumento fiscale di 10 miliardi di dollari sulle imprese e sui super-ricchi. Al cuore della piattaforma di Mamdani c'è il piano per un congelamento degli affitti, che offrirebbe sollievo urgente a oltre 2 milioni di inquilini in appartamenti a canone controllato. Il programma pilota di autobus gratuiti su cinque linee in ogni distretto di New York ha dimostrato di aumentare l'uso degli autobus di oltre il 30%, ridurre notevolmente la violenza contro gli autisti e fornire un reale sollievo economico ai newyorkesi a basso reddito. Economisti di fama mondiale, tra cui James K. Galbraith, Ha-Joon Chang e Jayati Ghosh, hanno sostenuto pubblicamente la piattaforma di Mamdani, definendola "un'agenda coerente che rifiuta l'austerità e abbraccia il potere della città di rendere la vita più accessibile per i newyorkesi".

Il paradosso: candidato musulmano amato dagli ebrei

Il fenomeno più sorprendente è il sostegno che Mamdani riceve dalla comunità ebraica, nonostante le sue posizioni fortemente critiche verso Israele (inutile dire che anche io tifo per lui). Mamdani ha descritto Israele come uno Stato di apartheid, ha affermato che dovrebbe garantire pari diritti ai seguaci di tutte le religioni invece di favorire gli ebrei nel suo sistema politico e legale, e ha sostenuto il movimento BDS. Eppure, un sondaggio di Zenith Research ha rilevato che Mamdani è in vantaggio tra gli elettori ebrei con un margine di 17 punti nella corsa a sindaco di New York. Il sondaggio ha intervistato 1.453 residenti di New York tra il 16 e il 24 luglio, e tra gli elettori ebrei propensi a votare alle elezioni di novembre, il 43% ha dichiarato di sostenere Mamdani, rispetto al 26% di Cuomo. I sostenitori di Mamdani provengono da una vasta gamma di fasce d'età, molti dei quali condividono la sua convinzione che si possa criticare Israele pur sostenendo gli ebrei newyorkesi. Statisticamente, la sua vittoria schiacciante non sarebbe possibile senza il sostegno di centinaia di migliaia di elettori bianchi, laici, istruiti e benestanti di Manhattan e Brooklyn. Secondo gli esperti, ci si aspetta che Mamdani ottenga il voto ebraico, anche se non dovesse vincere. Ha anche mantenuto rapporti stabili con le comunità chassidiche della città e ha promesso di proteggere le loro istituzioni educative dalle normative. Mamdani ha dichiarato che combattere l'antisemitismo sarà una priorità per lui come sindaco, e ha promesso di aumentare i finanziamenti per combattere i crimini d'odio a New York dell'800%.

Le minacce di Trump

La candidatura di Mamdani ha attirato l'attenzione ostile del Presidente Donald Trump e dei repubblicani al Congresso. Immediatamente dopo che Mamdani è diventato il candidato democratico a  sindaco di New York, il deputato repubblicano Andy Ogles del Tennessee ha suggerito provocatoriamente (e scandalosamente) che l'amministrazione Trump dovrebbe far "deportare" Mamdani. Trump ha anche minacciato di arrestare Mamdani se interferisse con le azioni dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE), al che Mamdani ha risposto: "Il Presidente degli Stati Uniti mi ha appena minacciato di farmi arrestare, privare della cittadinanza, mettere in un campo di detenzione e deportare". Trump stesso ha affermato - senza prova alcuna - che Mamdani è un immigrato illegale. Il Dipartimento di Giustizia ha recentemente dichiarato che inizierà a perseguire aggressivamente la revoca della cittadinanza ad alcuni americani attraverso un processo chiamato "denaturalizzazione". Durante un discorso emotivo fuori da una moschea nel Bronx, Mamdani ha affrontato gli "attacchi razzisti e infondati" dei suoi avversari, sottolineando che la loro islamofobia non colpisce solo lui come candidato democratico a sindaco, ma anche quasi un milione di musulmani che vivono a New York. Gli esperti legali affermano tuttavia che i procedimenti di denaturalizzazione sono improbabili. Trump non vuole tanto espellere Mamdani dalla politica americana, quanto vederlo fallire. La minaccia più concreta è il possibile taglio dei finanziamenti federali: Trump ha dichiarato che se Mamdani dovesse essere eletto, dovrà "fare la cosa giusta, altrimenti non riceveranno soldi". 

I sondaggi e le prospettive

Secondo sondaggi recenti, Mamdani sarebbe in netto vantaggio con circa il 46%, Cuomo attorno al 33% e Sliwa al 15%. Oltre 735.000 newyorkesi hanno già votato in anticipo. Polymarket attribuisce a Mamdani il 95% di possibilità di vincere le elezioni a sindaco di New York. Cuomo ha attaccato ripetutamente Mamdani per le sue critiche a Israele, ma ciò non sembra aver rallentato lo slancio di Mamdani, il quale ha ricevuto l'approvazione di figure di spicco come la rappresentante del Congresso Alexandria Ocasio-Cortez, il senatore indipendente Bernie Sanders e il leader della minoranza democratica alla Camera Hakeem Jeffries.

In conclusione, la storia di Mamdani rappresenta un momento di svolta nella politica americana: un musulmano di origine ugandese che potrebbe governare la più grande città degli Stati Uniti, sostenuto da una coalizione inaspettata che include giovani progressisti, comunità chassidiche e una parte significativa degli elettori ebrei, nonostante le sue posizioni critiche su Israele. Questo importante appuntamento elettorale dirà se New York è pronta per questo cambiamento radicale, o se invece le minacce di Trump e le preoccupazioni sull'esperienza di Mamdani prevarranno. Una cosa è certa: la campagna di Mamdani ha già riscritto le regole della politica urbana americana.

Di Eugenio Cardi

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