Sabato, 01 Novembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Bunker antiatomici in Svizzera, anche i frontalieri inclusi nella nuova fase strategica della neutralità armata elvetica

La Svizzera, in tempi di crescente instabilità globale, avvia un ambizioso rinnovamento della sua rete di bunker sotterranei, investendo ingenti risorse economiche

01 Novembre 2025

Bunker antiatomici in Svizzera, anche i frontalieri inclusi nella nuova fase strategica della neutralità armata elvetica

Un bunker per amico. Dopo il 1991, con lo scioglimento dell'URSS, la protezione civile difensiva sembrava un capitolo chiuso nella storia elvetica. Bunker e rifugi sotterranei erano percepiti come un retaggio della Guerra fredda. Oggi, però, tra la prosecuzione dell'invasione russa dell'Ucraina, il timore di una guerra nucleare e lo spettro di un conflitto convenzionale, la Svizzera riprende a potenziare prepotentemente la sua strategia di difesa civile. É in corso quello che probabilmente è il più grande programma di modernizzazione dei rifugi antiatomici dagli anni Sessanta, quando il Paese introdusse una legge per cui ogni cittadino deve potere disporre di un bunker protetto. La legge, risalente al 4 ottobre 1963, stabilisce agli articoli 45 e 46 che «ogni abitante deve disporre di un posto protetto raggiungibile in tempo utile dalla sua abitazione» e che «i proprietari d'immobili sono tenuti a realizzare ed equipaggiare rifugi in tutti i nuovi edifici abitativi» (la legge in vigore dal 1° gennaio 2021 conferma questo indirizzo agli articoli 60 e 61). Un obbligo unico al mondo, che oggi torna di stretta attualità.

Nella seduta del 22 ottobre il Consiglio federale svizzero ha varato una revisione storica dell'ordinanza sulla protezione civile e della strategia quadro per le costruzioni protettive, in nome del principio cardine del sistema elvetico: "un posto protetto per ogni abitante". Questa volta la visione si amplia. La nuova strategia tiene conto anche dei lavoratori e delle lavoratrici frontalieri che ogni giorno varcano i confini per lavorare in Svizzera, includendoli nel calcolo delle persone da proteggere in caso di crisi diplomatica e militare. Il documento non li cita esplicitamente, ma il riferimento è chiaro. Si legge infatti che «la strategia quadro evidenzia che i rifugi tradizionali nel luogo di residenza restano importanti e che è quindi necessario garantirne la salvaguardia del valore per i prossimi decenni. Rileva inoltre l'importanza di proteggere anche le persone che presumibilmente continueranno a spostarsi in caso di conflitto armato, non da ultimo per mantenere in funzione l'economia e che potrebbero trovarsi lontano dal loro luogo di residenza e quindi anche dai rispettivi rifugi».

Questa novità si colloca all'interno di una ristrutturazione di difesa più ampia. In Svizzera la sicurezza è matematica: 360000 rifugi, 9 milioni di luoghi protetti (in larga misura privati) e un tasso di copertura superiore al 100% della popolazione. Dei 360mila bunker, molti risalgono a oltre quarant'anni fa e necessitano di adeguamenti. A partire dal 1° gennaio 2026, con l'entrata in vigore della nuova ordinanza sulla protezione civile, il vasto piano svizzero di ristrutturazione dei rifugi interesserà nei prossimi 15 anni centinaia di strutture, per un costo totale stimato di 220 milioni di franchi. Attualmente, il budget annuale ammonta a circa 9 milioni di franchi, ma dal 2027 è previsto un aumento fino a 14-15 milioni per sostenere questi lavori. In parallelo, i cantoni stanno già intervenendo sui sistemi di ventilazione e filtrazione (molti dei quali risalgono a decenni fa) con un fondo stimato tra 1,2 e 1,3 miliardi di dollari, destinato a garantirne la piena efficienza e sicurezza per le generazioni future.

In Spagna, fonti attendibili dicono che la costruzione di bunker privati è aumentata del 200% dall'inizio del conflitto russo-ucraino. Anche la Germania sta ampliando rapidamente la sua rete di rifugi sicuri contro gli attacchi pesanti. Dopo la Svizzera, Finlandia e Svezia sono i Paesi europei con la più alta percentuale di popolazione protetta da bunker. La nazione dai mille laghi conta più di 50000 rifugi, sufficienti a coprire l'85% della popolazione, mentre la monarchia nordica dispone di circa 64000 rifugi, con una copertura del 65-70%.

Di Roberto Valtolina

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x