31 Ottobre 2025
 
												Usa (fonte foto Pixabay)
Il quadro strategico
Nella prospettiva di un possibile ridimensionamento dell’influenza statunitense, la priorità degli USA di consolidare il controllo sulle Americhe appare coerente con la dottrina di una potenza marittima. Questa scelta non implica l’abbandono degli interessi euroasiatici, ma una fissazione di priorità: ciò che va difeso senza negoziato e ciò che è soggetto a compromesso in una logica di scambio geopolitico.
Il ruolo dei grandi attori regionali
Il destino del Centro e Sud America dipenderà dalla capacità politica ed economica di Paesi come Brasile, Messico, Cuba e Venezuela. La loro resilienza (intesa come capacità di adattamento e sopravvivenza politica) determinerà la finestra di manovra: politiche di buon vicinato, alleanze o neutralità strategica potranno mitigare o accentuare la pressione di Washington.
Limiti della proiezione Russo-Cinese
Sebbene Mosca e Pechino esercitino crescente influenza diplomatica ed economica, la capacità militare di proiezione diretta in America Latina resta limitata. L’interesse principale di Russia e Cina è rafforzare alternative politiche ed economiche — infrastrutture, scambi energetici e monetari — piuttosto che interventi militari su larga scala.
Strategie non convenzionali e destabilizzazione
Un’opzione che viene talvolta evocata è l’uso di pressioni politico-diplomatiche o campagne d’influenza per erodere la coesione interna statunitense. Si tratta però di scenari ad alto rischio e ad effetto lento: la destabilizzazione interna richiederebbe tempo, risorse e rischi reputazionali rilevanti per attori statali che cercano legittimità internazionale.
Il nodo Ucraina e la negoziazione
Sul fronte europeo, il Donbass rimane uno snodo cruciale: per Mosca, recuperarne il controllo con la forza è oneroso; per Kiev, la tenuta interna e il sostegno occidentale sono determinanti. Le aperture negoziali verso gli USA — e un eventuale canale Trump–Putin — restano possibili ma condizionate da variabili politiche interne (stabilità di Kiev, pressione elettorale a Washington, ruolo di Pechino).
Sanzioni, mercato energetico e contromosse
Le sanzioni mirate al settore energetico russo spingono Mosca verso circuiti alternativi: attori come India, Paesi BRICS e scambi in valute non-dollar legano i conti economici a una pluralità di mercati. Le contromisure che potrebbero limitare il danno alle esportazioni russe richiedono tempo e nuove connessioni finanziarie e logistiche.
https://www.ilgiornaleditalia.it/news/esteri/743984/trump-cina-e-taiwan-come-la-sospensione-degli-aiuti-militari-ridefinisce-la-geopolitica-e-il-commercio-globale.html
Messaggi strategici e deterrenza tecnologica
Gli annunci su armamenti avanzati — dal Burevestnik al Poseidon — agiscono tanto come segnali strategici quanto come progressi tecnici. Anche se il valore operativo reale di tali sistemi richiede verifica indipendente, la loro esibizione serve a creare capitali negoziali e a ridefinire le percezioni di deterrenza.
Equilibrio e scelte di lungo periodo
Il processo verso un mondo policentrico impone a tutti gli attori di ripensare priorità, alleanze e strumenti di potere. Per le Americhe, la tenuta dipenderà dalla capacità dei paesi regionali di consolidare autonomia strategica e resilienza economica. Per le grandi potenze, la sfida sarà bilanciare proiezione, strumenti economici e diplomazia senza trasformare ogni contatto in uno scontro diretto.
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