Mercoledì, 29 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Gaza, la morte dei bambini ormai è solo un numero, lo sterminio è la fine della civiltà occidentale, siamo zombie anestetizzati, privi di anima e complici

La stessa nonchalance con cui oggi leggiamo sui giornali “24 bambini uccisi in una notte” è la stessa con cui l’Occidente sembra vivere la propria quotidianità interna: affetti, lavori, interessi, tutto finto, tutto anestetizzato. Il vero orrore è la disumanizzazione di chi osserva, la freddezza con cui tutto viene digerito e subito dimenticato. L’Occidente di oggi prende decisioni con la stessa freddezza di una chat GPT che crea testi privi di anima

29 Ottobre 2025

World Press Photo 2025, il vincitore è lo scatto di un bambino di Gaza amputato dopo raid di Israele, fatto da Samar Abu Elouf per raccontare la tragedia nella Striscia

Quando ero più giovane, il mondo mi sembrava tutto fake. Era la fine degli anni ’90 - inizio 2000, per molti lo strascico degli anni d’oro, perché c’era ancora fiducia nell’economia, la globalizzazione prendeva forma e la tecnologia moltiplicava le opportunità. Ma era un gioco, un teatro in cui mi divertivo a muovermi tra le apparenze, le mode e le bugie più o meno innocue, e mi divertivo a guardare gli altri recitare la loro parte. Oggi però quel fake non è più divertente: è diventato crudele, insopportabile, oltremodo inaccettabile. È un inganno che uccide senza clamore, che normalizza la barbarie e ci abitua all’indifferenza. Ci siamo abituati a vivere tra immagini costruite, titoli sensazionalistici e dati freddi, fino a perdere la capacità di riconoscere l’orrore autentico.

Ora, sarà anche che sono per metà araba e per metà italiana, ma non posso fare a meno di notare una logica che stride in modo ormai assordante. La stessa nonchalance con cui oggi leggiamo sui giornali “24 bambini uccisi in una notte” è la stessa con cui l’Occidente sembra vivere la propria quotidianità interna: affetti, lavori, interessi, tutto finto, tutto anestetizzato, tutto a misura di comodo. Una popolazione di zombie, che cammina tra gli schermi, tra i feed e le notifiche, senza più capire cosa significhi vivere, sentire, indignarsi. La morte dei bambini è un numero, una statistica e nulla scuote veramente chi sta dall’altra parte dello schermo. È questo il vero orrore: la disumanizzazione di chi osserva, la freddezza con cui tutto viene digerito e subito dimenticato.

Nei social, guardando negli occhi un maiale rinchiuso in allevamento, proviamo un brivido di dolore che ci attraversa l’anima. Ma basta uno swipe ed è già tutto dimenticato. Eppure, grazie alla bella trovata della finestrella di Overtone, non abbiamo capito che siamo noi, tutti maiali stipati nella gabbia dell’Occidente: impauriti, ansiosi, ma mascherati dal “va tutto bene”, dalle apparenze rassicuranti.

Negli ultimi vent’anni, ma soprattutto con una accelerata dal 2020 ad oggi, ci hanno innestato una paura neanche troppo latente di tutto, tramite ricatti, restrizioni, obblighi e orrore. Siamo ormai tutti veterani di una guerra invisibile, segnati dalla sindrome post-traumatica di un conflitto che ci è stato imposto senza spari visibili ma con l’etichetta grottesca dell’ “andrà tutto bene”. E mentre andrà tutto bene, non ci accorgiamo che lo sterminio di Gaza segna in realtà, la fine definitiva della civiltà occidentale. E se è vero che il primo segno di civiltà lo abbiamo appreso dal ritrovamento di un femore guarito, simbolo di cura e attenzione per la vita, l’ultimo sarà senz’altro la conclusione di Gaza: un monito crudele, un segnale definitivo del collasso morale. Ed ecco, per un attimo, quasi inaspettatamente, che sentiamo un sussulto di disdegno come non accadeva da decenni. Un brivido, un moto di coscienza che ci ricorda che la pietà e la rabbia sono ancora possibili. Ed è proprio nella coscienza di questa furia cieca che emergono i rari momenti di vita autentica: le manifestazioni pro-Palestina, gli urli di indignazione, i cortei che sfidano il torpore collettivo, rappresentano l’ultimo sussulto lucido di difesa morale, quell’istinto dell’animale morente che rifiuta di arrendersi del tutto. Il dubbio ormai si insinua con forza e crudeltà: isolarsi in montagna, ritirarsi nel silenzio oppure arruolarsi, imbracciare la rabbia e affrontare la morte con dignità, al grido di #IoSonoHamas. Perché in questo contesto, Hamas non rappresenta più solo la resistenza contro Israele, ma la resistenza contro l’animale morente e incattivito che è l’Occidente, una bestia che ha perso la bussola morale e non pone più limiti alla propria furia. Per provare un sussulto di vita, dobbiamo immaginarci di morire tra i detriti dei valori della civiltà, con un ultimo grido lucido e consapevole, come il maiale morente al macello. Come Tifone, il mostro antico della mitologia greca che tentò di uccidere gli dèi e ridurre l’Olimpo in rovina, l’Occidente di oggi si erge con furore incontrollabile, cercando di spazzare via gli ultimi frammenti di civiltà e memoria, ignaro del valore di ciò che distrugge. La furia cieca, il disinteresse e la freddezza calcolatrice sono gli strumenti con cui siamo stati trasformati in spettatori impotenti e complici. Per fortuna so di non essere l’unica a sentire la necessità di inquadrare da vicino e con sguardo lucido l’immagine di quanto sta accadendo. Non è giusto trattenere dentro di sé l’efferatezza di ciò che ci stiamo infliggendo, il senso di vuoto e di tradimento morale che ci accompagna ogni giorno. L’Occidente di oggi prende decisioni con la stessa freddezza di una chat GPT che compone testi privi di anima, senza empatia. E ormai, anche noi, siamo un assemblamento GPTiano: intelligenti, efficienti, ma senza battito. Senza il battito vitale che rende umani, capaci di vera indignazione, di compassione e di resistenza morale. E solo chi conserva ancora quel battito, chi rifiuta di anestetizzarsi, può forse salvare un frammento di civiltà.

Di Jessica El Hefyam

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x