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7 ottobre, l’allarme dell’Ue: “Rischio attacchi per celebrare l’assalto di Hamas del 2023”, ma dopo 2 anni il GdI tornerà a Tel Aviv

Il Comitato analisi strategica antiterrorismo e il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che riuniscono vertici di intelligence e forze di polizia, monitorano costantemente il rischio in Italia e in Ue. Tuttavia, le fonti di sicurezza invitano alla calma. Infatti, a 2 anni dal 7 ottobre, il Giornale d'Italia tornerà a Tel Aviv, ma non solo. Il direttore Luca Greco si recherà anche a Gerusalemme e al confine con la Striscia di Gaza, in particolare a Sderot e nei kibbutz vicini

04 Ottobre 2025

7 ottobre, l’allarme dell’Ue: “Rischio attacchi per celebrare l’assalto di Hamas del 2023”, ma dopo 2 anni il GdI tornerà a Tel Aviv

Polizia e pro-Pal Fonte: Il Mitte

A 2 anni dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, l’Unione Europea lancia l’allarme: “Cresce il rischio di nuove violenze a sfondo antisemita in tutto il continente”. Intanto, l’intelligence britannica, MI5, ha già posto sotto stretta sorveglianza oltre 200 centri ebraici, mentre in Italia e negli altri Paesi membri la vigilanza è stata innalzata ai massimi livelli. Il pericolo, secondo le fonti di sicurezza, è che le mobilitazioni di piazza a sostegno della causa palestinese diventino terreno fertile per l’azione di frange radicali o per emulazioni di matrice jihadista. Comunque, gli esperti invitano alla calma, tant'è che Il Giornale d'Italia tornerà a Tel Aviv a distanza di 2 anni dal 7 ottobre 2023. Durante la permanenza in Israele, Il Giornale d'Italia, si recherà anche a Gerusalemme e al confine con la Striscia di Gaza, in particolare a Sderot e ai kibbutz adiacenti ad essa, luoghi nei quali il direttore Luca Greco si era recato 2 settimane dopo l'attentato del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas. 

7 ottobre, l’allarme dell’Ue: “Rischio attacchi per celebrare l’assalto di Hamas del 2023”, ma dopo 2 anni il GdI tornerà a Tel Aviv

"La mobilitazione di massa a favore della causa palestinese può portare a violenze sporadiche di frange estreme di casa nostra, ma un vero e proprio attentato o azioni di terrorismo sarebbero controproducenti" spiega un'alta fonte della sicurezza nazionale inglese. L'allerta sugli obiettivi sensibili, però, è massima, a cominciare dagli oltre 200 centri ebraici disseminati nel Paese.

Nei cortei che si stanno moltiplicando in questi giorni, viene ripetuto lo slogan di Hamas per la Palestinadal fiume al mare”, che esorta la rinascita dello Stato di Palestina. Un esponente palestinese che giovedì ha arringato i manifestanti ha ribadito la richiesta “di liberazione per Anan Yaeesh ingiustamente detenuto”. L’uomo era considerato il capo di una presunta cellula a L’Aquila delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa. Il processo è cominciato lo scorso marzo e i gruppi pro Palestina, insieme a centri sociali, anarchici e al sindacato di base Usb, si battono per la sua scarcerazione.

Eventuali operativi di Hamas, spiegano gli inquirenti, si tengono ben lontani da queste manifestazioni. Come dimostrano i 3 arresti avvenuti in Germania il 30 ottobre: Abed Al G., Wael F. M. e Ahmad I. sono finiti in manette a Berlino. La cellula, in possesso di mitragliatori AK-47 e proiettili, stava pianificando attentati in occasione dello Yom Kippur. L’ufficio della Procura federale ha confermato che “le armi erano destinate ad essere utilizzate da Hamas per attentati contro istituzioni israeliane o ebraiche in Germania”.

"L'effetto emulazione, fotocopia, è sempre un rischio, ma solitamente la tipologia dei lupi solitari non si fanno ispirare da manifestazioni di piazza, bensì da attentati veri come quello di Manchester. E dai contatti che riescono ad attivare all'estero" osserva un'altra fonte della sicurezza.

Proprio in Inghilterra, un attentatore solitario di origini siriane, Jihad Al-Shamie, ha accoltellato un fedele davanti a una sinagoga, spingendo l’MI5 a valutare l’innalzamento dell’allerta al livello “sostanziale”. Secondo l’antiterrorismo britannico, l’uomo era stato “potenzialmente influenzato dalle operazioni militari a Gaza e dalle vittime palestinesi nella Striscia”.

In Italia, un caso simile ha riguardato il 25enne pachistano Usama Usama, richiedente asilo arrestato a Trieste lo scorso 5 settembre. Considerato un “lupo solitario”, stava scaricando manuali per costruire ordigni artigianali e diffondeva video jihadisti dell’Isis. Fermato in tempo dai carabinieri del Ros, era arrivato in Italia dalla rotta balcanica nel 2023 dichiarandosi minorenne.

Oltreoceano, gli attacchi più gravi ispirati dal conflitto israelo-palestinese si sono registrati negli Stati Uniti: a Washington, Elias Rodriguez, 30 anni, ossessionato da Hamas, ha ucciso due funzionari dell’ambasciata israeliana. Poche settimane dopo, in Colorado, un egiziano ha trasformato uno spruzzatore da giardino in un lanciafiamme artigianale, uccidendo un anziano e ferendo 13 persone durante una veglia per gli ostaggi israeliani.

Il Comitato analisi strategica antiterrorismo e il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica — che riuniscono vertici di intelligence e forze di polizia — monitorano costantemente il rischio sul territorio italiano. Gli obiettivi sensibili censiti sono 29mila, di cui 10mila infrastrutture critiche. La vigilanza è rafforzata attorno ai luoghi di culto, alle sedi diplomatiche e alle comunità ebraiche.

Le fonti di sicurezza invitano alla calma ma non all’abbassamento della guardia: il pericolo dei “lupi solitari” resta, ma l’apparato di prevenzione — spiegano — è pienamente operativo e in costante contatto con gli alleati europei.

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