03 Ottobre 2025
P Diddy, fonte: Facebook, @The Shade Room
Il rapper P Diddy è stato condannato a 4 anni e 2 mesi di carcere per favoreggiamento della prostituzione. Questa la sentenza nel processo che ha visto coinvolto Sean Combs, vero nome dell'artista, arrestato nel 2024 per traffico sessuale, prostituzione e associazione a delinquere. Durante il pronunciamento della condanna, il giudice Arun Subramanian ha dichiarato che l’imputato avrebbe "abusato delle vittime fisicamente, emotivamente e psicologicamente", aggiungendo che "una condanna significativa è necessaria per proteggere il pubblico da ulteriori crimini". Per lui la procura aveva chiesto 11 anni di reclusione. Prima della sentenza Combs aveva scritto una lettera ai giudici nella quale spiegava di essere cambiato nel periodo trascorso dietro le sbarre.
Nel processo a suo carico, il rapper e produttore discografico statunitense P Diddy è stato condannato da un tribunale federale di Manhattan a 4 anni e 2 mesi di carcere per promosso la prostituzione. L'uomo è stato accusato di aver trasportato le vittime attraverso i confini di vari stati.
Diddy era stato accusato dall’ex fidanzata Cassie Ventura di aver abusato di lei, costretta a rapporti con sconosciuti. A tal proposito, è ormai noto il video dell'uomo che picchia la donna nel 2016 in un hotel a Los Angeles.
Oggi la procuratrice Christy Slavik aveva chiesto una condanna a ben 11 anni di carcere, perché il rapper non si sarebbe pentito e avrebbe dimostrato "il massimo dell’arroganza", programmando un discorso a Miami la settimana prossima, sintomo di una presunta sicurezza dell'imputato in merito ad una sua assoluzione.
Prima della sentenza il rapper aveva scritto una lettera al giudice: "La vecchia versione di me è morta in prigione, ora sono rinato", era il messaggio sostanziale con cui Diddy chiedeva clemenza. "La prigione ti cambia o ti uccide: io scelgo di vivere. Sono dispiaciuto dal dolore che ho provocato ad altri e so che "mi dispiace" non sarà mai sufficiente. Il mio dolore è diventato il mio maestro".
E in merito a Cassie Ventura: "Ho perso la strada. Mi sono perso nella droga e negli eccessi. La mia rovina era radicata nel mio egoismo. La scena e le immagini di me che aggredisco Cassie mi tornano in mente ogni giorno. Ho sbagliato di grosso ad alzare le mani sulla donna che amavo. Mi dispiace per sempre per questo. La mia violenza sarà per sempre un pesante fardello. Provo rimorso, dolore, rimpianto, delusione, vergogna".
Poi subentra la consapevolezza: "La cella è progettata per distruggerti mentalmente, fisicamente e spiritualmente. Nell'ultimo anno ci sono state tante volte in cui ho voluto arrendermi. Ci sono stati giorni in cui ho pensato che sarebbe stato meglio morire".
Infine: "Oggi vi chiedo pietà, ho deluso i miei figli come padre. Mio padre è stato assassinato quando avevo 3 anni, quindi so per esperienza diretta cosa significa non avere un padre. Se mi permetterà di tornare a casa dalla mia famiglia, prometto che non la deluderò e che la renderò orgoglioso. Oggi le chiedo umilmente un'altra possibilità".
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