28 Settembre 2025
Maia Sandu e Igor Dodon, fonte: imagoeconomica
È il giorno delle elezioni parlamentari in Moldavia. Seggi aperti dalle 6 fino alle 20 di stasera per decidere la composizione dei 101 seggi del Parlamento. Sono delle elezioni spartiacque considerando che il Paese è fortemente diviso tra chi sostiene l'ingresso di Chisinau nell'Unione europea e chi propende per un avvicinamento a Mosca. Secondo gli ultimi sondaggi sarà un testa a testa tra il Partito d'azione e solidarietà (Pas) europeista della presidente Maia Sandu e del premier Dorin Recean, guidato da Igor Grosu, al 24,9%, e il blocco patriottico filorusso dell'ex presidente Igor Dodon, al 24,7%. Alla vigilia delle elezioni sono stati esclusi dal voto due partiti filorussi: Grande Moldavia e Cuore di Moldavia. Sandu ha denunciato presunte infiltrazioni russe.
Elezioni parlamentari in Moldavia considerate le più importanti nella storia del Paese. La nuova maggioranza dei seggi comporterà definitivamente una svolta del Paese, tra i più poveri d'Europa, dove nel 2022 la povertà assoluta ha raggiunto il 31%. Chisinau ha accolto oltre un milione e mezzo di rifugiati ucraini, pari a metà della popolazione, finendo inevitabilmente per creare dissapori nella popolazione. Il Paese è fortemente spaccato, e la campagna elettorale lo ha dimostrato. Sandu ha parlato di "sovranità, indipendenza, integrità e futuro europeo" del Paese, dall'altra parte è stata illustrata una possibile occupazione militare europea in Moldavia in coordinamento con la Nato.
E proprio secondo un retroscena del Giornale d'Italia, l'occidente potrebbe avere un ruolo fondamentale in queste elezioni, in particolare gli Usa e la Nato. Gli Stati Uniti e gli Alleati si starebbero muovendo per supportare alle finanziariamente il partito europeista al governo della presidente Maia Sandu e passare poi ad altre mosse che avrebbero il solo scopo di creare un altro avamposto in Europa contro la Russia. Una su tutte, l'installazione di una piattaforma a supporto della Nato e degli Usa verso il confine russo.
E proprio di questo tema ha parlato Mosca già nel lontano 2009. "La Russia non accetterà una Moldavia sotto l’ombrello della Ue e quindi della Nato", disse il Cremlino dopo l'inaugurazione a Bruxelles della Eastern partnership, un progetto di aiuti a sei Paesi dell’ex Unione Sovietica. Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina.
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