22 Settembre 2025
Sede Onu a New York
Anche il Portogallo ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina. Il Paese del premier Luis Montenegro ha dunque ufficializzato ieri, 21 settembre, il riconoscimento di uno Stato Palestinese andandosi di fatto a compattare al fronte internazionale che chiede la fine del conflitto e il pressing sul governo israeliano. Sempre ieri i primi firmatari per il riconoscimento sono stati Canada, Regno Unito e Australia.
"Riconoscere lo Stato di Palestina è il compimento di una politica fondamentale, coerente e ampiamente accettata" ha dichiarato il ministro degli Esteri Paulo Rangel a New York in vista dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si aprirà oggi, 22 settembre. "Il Portogallo - ha continuato Rangel - sostiene la soluzione dei due Stati come unica via per una pace giusta e duratura, una pace che promuova la coesistenza e le relazioni pacifiche tra Israele e Palestina". Dichiarazioni che palesano un forte allineamento con le precedenti dichiarazioni dei premier Carney, Starmer e Albanese, ma che per gli Stati Uniti rappresentano solo passaggi "simbolici". Gli Usa infatti hanno definito "puramente simbolico" il riconoscimento dello Stato Palestinese, come riferito da un portavoce del Dipartimento di Stato: "Il nostro obiettivo rimane una diplomazia seria, non gesti di scena. Le nostre priorità sono chiare: il rilascio degli ostaggi, la sicurezza di Israele e la pace e la prosperità per l'intera regione, possibili solo senza Hamas". Il riconoscimento dello Stato palestinese rappresenta comunque un passaggio storico per la possibile rimodulazione degli equilibri geopolitici a livello internazionale e nel Medio Oriente. Attualmente sono oltre 150 i Paesi che, su 193 membri Onu, sono favorevoli al riconoscimento della Palestina, e per oggi è atteso l'annuncio anche di Francia, Belgio, Lussemburgo e Malta durante il vertice. Tra chi già riconosce la Palestina vi sono Russia, i Paesi arabi, quasi tutti gli Stati africani e latinoamericani, quasi tutti i Paesi asiatici inclusi India e Cina.
Non è un caso che il riconoscimento ufficiale di molti Stati membri giunga proprio alla soglia dell'apertura dell'Assemblea Generale Onu dove i temi caldi su cui discutere saranno appunto Gaza e l'Ucraina. Da oggi dunque i riflettori si accendono sul Palazzo di Vetro dell'Onu a New York, dove verrà anche celebrato l'80esimo anniversario della nascita delle Nazioni Unite. Al centro dunque la "questione" palestinese e la soluzione dei due Stati su cui già si sono espressi favorevolmente 156 Paesi su 193 e su cui Netanyahu ha minacciato conseguenze contro quello che ha definito un gesto di "falsa propaganda": "Non ci sarà alcuno Stato palestinese" ha paventato. Al centro di una riunione del Consiglio di Sicurezza vi saranno dunque la guerra israelo-palestinese e quella russo-ucraina. A margine poi saranno toccati altri temi come quelli su clima e riunione sull'intelligenza artificiale. In agenda, il primo appuntamento è previsto per l'una di notte italiana (le 19 a New York): un vertice sulla situazione a Gaza. Prevista, davanti alla sede Onu, una manifestazione pro-Gaza.
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