22 Settembre 2025
Lunedì 22 settembre sarà ricordato come il giorno in cui l'Italia si è fermata in sostegno della causa palestinese. È infatti stato indetto uno sciopero generale, in cui diversi settori fondamentali sono coinvolti: scuola, trasporti, ma anche taxi e navi. I sindacati di base hanno dichiarato: "Incrociamo le braccia e scendiamo in strada per dire stop al genocidio a Gaza". Sono stimate circa 1 milione di persone che scenderanno in piazza in oltre 100 città.
Lunedì 22 settembre: l’Italia si prepara a una giornata di mobilitazione straordinaria: uno sciopero generale di 24 ore, indetto dall’Usb e dai sindacati di base (Cub, Adl, Sgb), coinvolgente l’intero Paese per chiedere la fine del massacro in corso nella Striscia di Gaza e la rottura delle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele. La protesta, che segue di pochi giorni la mobilitazione del 19 settembre, vede lavoratori di numerosi settori – dal trasporto ferroviario a quello locale, dai porti alle scuole – incrociare le braccia in segno di solidarietà al popolo palestinese.
La giornata ha un carattere trasversale: hanno aderito macchinisti, autisti, portuali, insegnanti, ricercatori, operatori sanitari e vigili del fuoco. Particolarmente colpiti i trasporti: treni e autobus subiranno cancellazioni e ritardi, pur garantendo le fasce di servizio essenziali per i pendolari. Anche il personale dei musei della Campania e di altri luoghi della cultura ha aderito, a testimonianza di un sostegno ampio e diffuso.
Nelle piazze italiane si terranno oltre 60 sit-in e cortei. A Roma, migliaia di persone si raduneranno in piazza dei Cinquecento, mentre a Milano il concentramento sarà in piazzale Cadorna. Torino, Bologna, Genova, Napoli e Catania ospiteranno cortei molto partecipati. Le parole d’ordine sono state chiare: fermare il genocidio a Gaza, aprire corridoi umanitari, interrompere la fornitura di armi a Israele. Guido Lutrario, portavoce Usb, ha parlato di “una mobilitazione necessaria per dire no alla guerra e alla complicità del governo Meloni nella carneficina in corso”.
La giornata del 22 settembre segna un momento di forte presa di coscienza collettiva. Non si tratta solo di uno sciopero sindacale, ma di un atto politico che chiama il Paese a schierarsi: contro l’economia di guerra, contro il riarmo e per il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione.
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