20 Settembre 2025
Ph. Alessandra Basile
Ci siamo! Il paese si ribella. Il paese dà voce alla propria proccupazione per quanto accade sulla Striscia da anni e per quello che il governo non dice e non fa, perché di genocidio si parla a livello europeo ora, eppure sembra che in Italia ci sia ancora diffidenza a usare quel termine. Purtroppo, il tema non è una questione di vocaboli, ma un dramma umanitario, di fronte al quale i potenti, anche i nostri, dovrebbero agire, partendo dal riconoscere a cosa siamo di fronte. Dopo le ultime dichiarazioni israeliane, con riferimento in particolare alle aberranti affermazioni del ministro Smotrich, com'è possibile che esista gente che si defila sostenendo che "la questione è complicata"? Certo che lo è, ma qua si pretende di lasciare a un popolo la propria terra e ai suoi membri la vita, sacra come quella di chiunque.
MOLTI SETTORI E MOLTISSIME CITTA' COINVOLTI
Lunedì 22 settembre, scatta lo sciopero generale, proclamato da Usb, Cub, Adl e Sgb, per una causa ancor più seria e diffusa del solito. Così, dai trasporti alla scuola, dalle fabbriche alla logistica al terzo settore, fino anche agli appartenenti al mondo dello spettacolo, che da sempre attaccano duramente il governo israeliano per le azioni nefande in terra palestinese, tutto il paese sarà in sommossa (pacifica) contro il genocidio a Gaza, nonché in sostegno alla Global Sumud Flotilla.
Sarebbero oltre 50 le città che alzeranno la testa in senso figurato per unirsi al coro dei pro-Pal. Fra esse, innanzitutto la capitale, dove il concentramento principale è fissato in Piazza dei Cinquecento alle 11, il capoluogo lombardo, dove il raduno prenderà il via dalla centrale stazione di Cadorna alle 10 del mattino, e poi, da nord a sud, Torino, Bologna, Napoli, Palermo, Cagliari. Inoltre, ci saranno i blocchi nei porti di Genova, Livorno, Trieste, Ancona, Civitavecchia e Bari.
Giulio Lutrario (Usb) ha dichiarato, ieri, in conferenza stampa, che «Oltre ai porti vogliamo bloccare le stazioni ferroviarie» e ha precisato che «lo sciopero potrà coinvolgere tutti i lavoratori e le lavoratrici, a eccezione del trasporto aereo, escluso dalla Commissione di garanzia».
Si vuole far capire al governo che vanno interrotte le relazioni diplomatiche e commerciali con Israele, innanzitutto riconoscendo che sta avvenendo un massacro e che lo stesso è davvero inaccettabile». Sotto accusa anche le «sanzioni finte» stabilite dall’Ue.
Non rimane che dire: tutti in piazza per una causa comune che è umanitaria prima che politica o economica. Tutti uniti!
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia