17 Settembre 2025
Greta Thunberg
Greta Thunberg ha annunciato di aver lasciato il Comitato direttivo della spedizione scegliendo di continuare unicamente in veste di semplice "organizzatrice e partecipante". Una decisione confermata dal sito ufficiale della missione dove di fatto il suo nome non compare tra quelli in lista per il direttivo. La decisione è stata subito seguita da un atto significativo: domenica 14 settembre, Thunberg ha cambiato nave, lasciando la "Family", barca principale, per raggiungere la "Alma", entrambe imbarcazioni che lo scorso 9 e 10 settembre erano state colpite da droni sospetti.
A quanto emerge, le motivazioni alla base del gesto sarebbero riconducibili a disaccordi di carattere comunicativo. Una comunicazione cioè eccessivamente incentrata sulle vicende interne alla spedizione e non abbastanza su quello che è il vero obiettivo della stessa, ossia il genocidio a Gaza. Il dietrofront dell'attivista di lasciare il direttivo è stato confermato - senza però ulteriori specificazioni - dalla stessa Thunberg ai microfoni dei giornalisti: "Tutti abbiamo un ruolo: il mio non sarà nel comitato direttivo, ma come organizzatrice e partecipante".
La 22enne però ha messo le mani davanti: "Credo profondamente nell'obiettivo di questa missione e nella forza della mobilitazione mondiale per una Palestina libera", ha detto cercando goffamente di contrastare le voci su un suo possibile abbandono dalla missione. Intanto, dai membri del direttivo non sono arrivate dichiarazioni. La reazione della Thunberg fa discutere e si colloca sulla stessa scia di Yusuf Omar, giornalista e influencer che ha annunciato sul suo profilo Instagram di voler abbandonare la navigazione "per ragioni di strategia comunicativa". A bordo della Flotilla dunque vi sarebbero conflitti o comunque diverbi sul modo in cui è stata descritta la spedizione a livello mediatico: troppo sensazionalismo e comunque una pubblicità "fuorviante" rispetto a quello che è il vero nocciolo della questione, e cioè la crisi umanitaria in corso a Gaza, passata così quasi in secondo piano. "Fuorviante" però anche rispetto alle possibilità di riuscita della missione stessa.
L'approccio mediatico si era ultimamente vivacizzato dopo che due sospetti droni avevano colpito le navi Family (dove a bordo si trovava anche la stessa Thunberg) e Alma a largo della Tunisia, episodi considerati come palpabili evidenze del tentativo israeliano di sabotaggio della spedizione. Sulla decisione di Greta Thunberg è intervenuto anche Tony La Piccirella, uno degli attivisti a bordo della Family: "C'è un comitato direttivo che prende delle decisioni tecniche e strategiche, Greta non vuole farne parte e le ragioni le sa lei. Si trova comunque sulla Alma, che è una delle due barche principali, e continua a supportare la missione". Sulla decisione l'attivista non ha riferito di più ma La Piccirella ha spiegato che Greta Thunberg non avrebbe intenzione di abbandonare la missione: "Sono state estrapolate delle frasi per destabilizzare l'opinione pubblica sulla missione della Flotilla" ha affermato. Thunberg ha aggiunto invece: "Sono stati mesi molto complessi, dove il carico emotivo e decisionale è molto pesante ed è normale che ci siano persone che hanno deciso di andarsene e altre di aggiungersi".
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