16 Settembre 2025
Missile Kirk Gaza, fonte: X, @qudsnewsnetwork
Grande scalpore ha suscitato una foto diventata virale sui social negli ultimi giorni. L'immagine ritrae un giovane soldato dell'Idf sorridente, in posa davanti all'obbiettivo con in mano un missile con la scritta nera, "In memoria di Charlie Kirk".
Il missile, poi, è stato sparato su Gaza. Molti israeliani hanno gioito, incluso l'influencer filo-israeliano conservatore Hillel Fuld, che ha scritto: "Diretto dritto dritto nella Striscia, Charlie Kirk ne sarebbe così fiero".
Non è chiara però l'interpretazione del gesto del soldato: un ultimo omaggio alle idee sioniste del politico americano o uno sfregio dovuto alle sue ultime posizioni, abbastanza distaccate dall'azione israeliana?
Sta suscitando polemiche globali la foto, circolata sui social, di un soldato israeliano che trasporta un missile con la scritta “In memory of Charlie Kirk”. L’immagine, rilanciata dall’influencer filo-israeliano Hillel Fuld con il commento “Direct from Gaza. He’d be so proud”, arriva nel mezzo dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza, che ha già provocato decine di migliaia di morti, in gran parte donne e bambini, e lo sfollamento di centinaia di migliaia di civili.
Charlie Kirk, fondatore e Ceo di Turning Point USA, era una figura di spicco del conservatorismo americano, assassinato in un attentato per mano di Tyler Robinson il 10 settembre, nello Utah. Per anni ha sostenuto Israele, difendendolo anche dalle critiche provenienti dall’estrema destra statunitense. La sua uccisione ha generato un’ondata di tributi, soprattutto in Israele, dove alcune città stanno intitolando strade e realizzando murales in suo onore.
Ma la dedica su un ordigno destinato a colpire Gaza divide. Per alcuni si tratta di un omaggio alla sua memoria e alla sua lunga storia di sostegno a Israele. Un gesto simbolico che, secondo i sostenitori, “avrebbe reso orgoglioso Kirk”.
Per altri, invece, è un insulto alla sua eredità, soprattutto perché negli ultimi mesi Kirk aveva iniziato a esprimere dubbi sulla condotta israeliana nella guerra a Gaza e, soprattutto, sull'enorme influenza che lo Stato Ebraico aveva sul presidente Trump. Diverse fonti sostengono come questo suo cambio di rotta lo avesse portato ad avere paura di Netanyahu e dei leader israeliani. Per i critici, associare il suo nome a un’arma che colpisce donne e bambini palestinesi è una strumentalizzazione postuma e un atto di propaganda che rischia di infangare la sua memoria.
Organizzazioni per i diritti umani hanno condannato l’episodio, definendo “provocatorio” e “disumanizzante” l’uso di un missile come veicolo di tributo. L’esercito israeliano non ha rilasciato commenti sulla foto né sull’iscrizione.
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