31 Agosto 2025
Xi Jinping-Putin, fonte Twitter: @Forbes
Hanno perso decenni a sproloquiare di Europa unita. Hanno, almeno per quanto riguarda l’Italia, DISTRUTTO IL CETO MEDIO CON L’EURO; ma siccome lo hanno detto “loro” e “loro” non ammetteranno mai questa amara verità - col contribuito delle penne a inchiostro unico - allora non lo si può dire, nonostante lo stesso ceto medio maledica Prodi, Ciampi e tutti quelli che ci vendettero a Germania e Francia. Infine, per renderlo appetibile alla comunità “de sinistra” hanno mitizzato Altiero Spinelli e il sopravvalutato Manifesto di Ventotene con abbondanti salse antifasciste.
Alla fine di tutto questo mischione l’Europa è uno sgangherato apparato in mano a burocrati, ben utilizzato dalle lobby alle quali è stato facilitato il compito di oliare solo Bruxelles per godere a cascata di benefici in tutti i paesi dell’Unione. E bene fa Orban a rompere il gioco tutte le vostre che può. Applausi a scena aperta per Draghi e Meloni i quali arrivano a verbalizzare lo stato comatoso con parole critiche, ma senza mai avere il coraggio di affermare oggi quel che dovranno affermare tra qualche anno, e cioé che se tieni i popoli fuori dalla storia la storia non si realizza: l’Europa senza popolo non esisterà MAI.
Ci voleva la figura meschina sui dazi per pesare l’Unione europea? Suvvia, era già tutto chiaro. E dopo i dazi arriveranno altri fallimenti. Draghi, Meloni e tutti quelli che oggi ratificano le critiche verso l’Unione non fanno altro che esplicitare quel che era abbondantemente sotto gli occhi di tutti - o almeno di noi gente normale - ma che loro non potevano dire perché non era arrivato ancora il tempo. Va ammesso, per onor di verità, che la Meloni e Salvini sull’Europa non sono mai stati teneri e almeno il Mes lo hanno sbarrato; potrebbero fare di più? Secondo me sì, soprattutto ora che il mondo si sta muovendo con velocità, ma o non ne hanno il coraggio oppure scelgono una prudenza tattica. Poco importa. Io, il mio contributo lo diedi parlando di ItalExit: né la Meloni né Salvini lo hanno colto. La prudenza può sconfinare in peggio.
Stiamo perdendo del gran tempo guardando Bruxelles. L’Unione europea va smontata e non vanno presi altri impegni a debito. Il mondo sta cantando su uno spartito e su una tonalità che l’Europa non è in grado di seguire. Fuori dalle nostre illusioni di pseudo pace e di pseudo diritti, lo spazio di alternativa al modello americano è stato coperto dall’antagonista culturale di un tempo, che è rinato come la fenice: ieri l’Urss, oggi la Cina. Con la grande differenza che entrambi, America e Cina, giocano nel campo della globalizzazione, del Commercio mondiale. La Cina sta approfittando dell’ingordigia miope dello Yankee che sperava di entrare nel mercato cinese, dopo il via libera del Wto; invece la Cina ha fatto leva su ogni opzione di dumping consentito e forte della nuova posizione ha inondato i mercati altrui con merci sempre più sofisticate. In più ha allargato la propria rete, ricamando pazienza e intelligenza. La Cina sfida e respinge l’assalto di Trump sui dazi perché ha forza negoziale, soprattutto per l’ingrediente fondamentale delle industrie moderne, ossia i metalli fondamentali delle terre rare e la loro lavorazione. Anche la Russia ha una sua forza che è l’energia in primis, e terre rare.
Poi ci sono le alleanze o le convergenze: Cina e Russia sono i soci fondatori di quei Brics che includono Brasile e India e ora si sono allargati nei Paesi arabi e in Africa. Ma non solo Brics. C’è la Cooperazione di Shanghai della quale si sono aperti i lavori. C’è la nuova Via della Seta. E ci sono le cooperazioni in Africa e in Oceania. Insomma questo Sud del Mondo si sta muovendo dentro lo schema aggiornato del Novecento, come a ribadire che non si può fare a meno - anche nel nuovo Ordine Mondiale - degli Stati e quindi dei confini, che si difendono o si aggrediscono con gli eserciti e con la finanza.
L’Europa avrebbe voluto giocare come alternativa occidentale ma non lo ha fatto e non lo potrà fare perché non è uno Stato; non ha un peso politico come si è visto nella trattativa sui dazi (e io resto convinto che pure sulla vicenda dei vaccini abbiamo fatto fare l’affare a Pfizer, esattamente come l’affare lo ha chiuso Trump); non ha peso militare perché non essendo uno Stato non può avere un sue esercito e quindi una linea di difesa comune; non ha politica estera, come si vede nella sequenza di errori in Ucraina o in Medio Oriente o nel Mediterraneo o in Africa, nei cui spazi la Turchia pesa più della Ue.
Però bisogna andare avanti nell’ipnotico incantesimo, nel folle progetto, seguendo la traiettoria fallace. Non solo, l’Europa è ancora convinta che il proprio blasone abbia un valore: non ne ha. Siamo nobili decaduti che rivendichiamo il rispetto. Che pena.
di Gianluigi Paragone
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