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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Appello a Meloni per riconoscimento Stato Palestina, non lo firmo perché è pura propaganda, il Governo non rivedrà la linea politica su Netanyahu

Far credere all’opinione pubblica che Macron o Starmer oppure Biden, siano differenti, non sostengano il genocidio e appoggino il riarmo europeo e la guerra in Ucraina, al fine di difendere libertà e democrazia, è un’operazione politica e culturale conservatrice, che aiuta lo Status quo. Netanyahu è figlio dell’impunità assicurata dall’Occidente, da Clinton, Obama, il centrosinistra italiano, i socialisti europei, a Israele che dal 1967 non rispetta le risoluzioni ONU, perpetra crimini di guerra

31 Luglio 2025

Israele, l'Occidente invia baci e abbracci a Netanyahu per il genocidio ma condanna la Russia

Meloni e Netanyahu, fonte: imagoeconomica

Ritengo doveroso spiegare come mai non abbia aggiunto la mia firma all’appello sulle iniziative da intraprendere verso Israele, promosso dall’ex Ambasciatore in Algeria e Direttore Generale Affari Politici, diplomatico stimabile e attento, al quale si deve peraltro l’unico tentativo di un accordo di mediazione tra Ucraina e Russia di un paese Occidentale, sponsorizzato dall’allora Ministro degli Esteri Di Maio e precocemente abortito all’ONU.

Avrei unito la mia firma, turandomi il naso, come diceva qualcuno, se l’appello avesse avuto qualche probabilità di essere efficace e di spingere il Governo Meloni a rivedere la linea di politica estera verso il Governo di Netanyahu. L’appello, di per sé condivisibile, non avrà conseguenze concrete. Esso rimane allora una operazione di pura propaganda, in quanto riesce a dare l’illusione che il genocidio a Gaza abbia come responsabile Netanyahu e il suo Governo, nonché Trump e le destre europee che sostengono in modo brutalmente sincero la politica imperialistica statunitense in Medio Oriente fino alle sue estreme conseguenze. Le cause profonde di quanto sta accadendo in Medio Oriente sono invece rifiutate dalla maggioranza dei firmatari dell’appello. Non credo che le classi dirigenti europee che si raccolgono intorno alla Presidente della Commissione europea abbiano visioni differenti in politica estera, se non per dettagli non significativi. Sul genocidio di Gaza, dopo un silenzio assordante durato fino a qualche mese addietro, quando la stampa occidentale ammetteva il massacro di 50.000 persone, civili inermi, donne e bambini, le torture ai palestinesi, la distruzione di ospedali, scuole, moschee, l’omicidio mirato di giornalisti, medici, intellighentia palestinese e funzionari dell’UNRWA, di improvviso, data l’indignazione e la rivolta crescente della società civile, una parte delle classi politiche al Governo o all’opposizione  in Occidente ha deciso di cavalcare il dissenso. Le dichiarazioni di Obama e Macron, di Starmer hanno dato il via e lo spazio mediatico, la CNN, la BBC e la tv7 da noi, hanno cominciato a sdoganare la parola genocidio e le condanne a Netanyahu, nonché la critica a Trump e ai governi di destra europei filoisraeliani. L’operazione culturale, che considero pericolosa e menzognera, consiste nel far credere che Netanyahu, Trump, la Meloni  siano una rottura rispetto alla passata politica di Israele e  Occidentale. Purtroppo il Primo Ministro Israeliano, i rappresentanti della destra messianica a Tel Aviv non sono piovuti dal cielo ma sono il prodotto di uno spostamento a destra di tutta la società civile israeliana. A prescindere da una minoranza illuminata, il 70%  della società civile condivide l’azione del Governo a Gaza e chi la contrasta non ha motivazioni umanitarie, relative ai palestinesi, ma pratiche, il timore di non recuperare gli ostaggi israeliani. Netanyahu è figlio dell’impunità assicurata dall’Occidente, da Clinton, Obama, il centrosinistra italiano, i socialisti europei, a Israele che dal 1967 non rispetta le risoluzioni ONU, perpetra crimini di guerra e abusi di ogni tipo contro i civili palestinesi, crea forme di Apartheid in Cisgiordania. Il genocidio è il prodotto di una politica di normalizzazione sulla pelle dei palestinesi che ha portato agli accordi di Abramo sostenuti da Trump, da Biden, dalla diplomazia europea nonché da molti diplomatici italiani firmatari dell’appello, in primis Stefano Stefanini. Del resto anche l’attuale Presidente USA, o la Meloni sono la naturale evoluzione di società non più democratiche, di oligarchie liberali che vanno man mano trasformandosi in autoritarie. I perdenti della globalizzazione, i dimenticati delle politiche dei DEM statunitensi e dei loro accoliti, Centro-Sinistra e socialisti europei, sono divenuti l’elettorato di Trump e della Meloni. Far credere all’opinione pubblica che Macron o Starmer oppure Biden, siano differenti, non sostengano il genocidio e appoggino il riarmo europeo e la guerra in Ucraina, al fine di difendere libertà e democrazia, è un’operazione politica e culturale conservatrice, che aiuta lo Status quo, molto di più di quanto il vero volto dell’Occidente, in questa fase di capitalismo finanziario, rappresentato da Trump o dalla Meloni, possa fare. A pensar male si fa peccato…. Non credo che la maggioranza dei diplomatici firmatari dell’appello alla Meloni, avrebbe osato rivolgersi al Presidente Mattarella che, come tutore dei valori costituzionali, da tempo avrebbe dovuto condannare Israele e chiedere la mediazione diplomatica nella guerra russo-ucraina. Ha invece offeso il popolo russo, la memoria dei 27 milioni di vittime nella guerra contro la Germania nazista, paragonando il famigerato Putin a Hitler. E’ triste notare come i cadaveri dei bambini divengano uno strumento del politichese, della lotta della destra tecnocratica contro quella populista.

Di Elena Basile

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