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Palestina, Abu Mazen all'Onu: "Riconoscimento va fatto da tutti gli Stati, a Gaza un genocidio, capitolo orribile del XX e XXI secolo" - VIDEO

Durante il suo intervento, Abu Mazen ha chiaramente preso le distanze da Hamas, dichiarando che gli attacchi del 7 ottobre 2023 in Israele “non rappresentano il popolo palestinese”

25 Settembre 2025

Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Mahmūd Abbās, conosciuto come Abu Mazen, è intervenuto oggi in videoconferenza all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per denunciare la drammatica situazione nella Striscia di Gaza e riaffermare la posizione palestinese nel conflitto in corso con Israele.

Durante il suo intervento, Abu Mazen ha chiaramente preso le distanze da Hamas, dichiarando che gli attacchi del 7 ottobre 2023 in Israele “non rappresentano il popolo palestinese”. Ha inoltre affermato che Hamas non avrà alcun ruolo nel futuro governo palestinese e che “il movimento dovrà consegnare le armi all’Autorità Nazionale Palestinese per realizzare un unico stato con una sola legge e una sola forza di sicurezza”, escludendo così la possibilità di uno “stato armato”. Una presa di posizione netta, che segna una chiara separazione dalla fazione islamista al potere a Gaza dal 2007 e responsabile dell’attacco più grave contro Israele dal 1948.

Nel corso del suo intervento, il presidente palestinese ha anche condannato l’attacco israeliano contro il Qatar, definendolo “una chiara violazione della legge internazionale” e un atto che rappresenta “una pericolosa escalation” all’interno del conflitto regionale.

Abu Mazen ha descritto la guerra in corso a Gaza come “uno dei capitoli più orribili della storia del XX e XXI secolo”, sostenendo che la popolazione palestinese vive da quasi due anni in condizioni che configurano “un genocidio”, caratterizzato da uccisioni sistematiche e carestia. Ha accusato le forze israeliane di compiere “crimini contro l’umanità, documentati e monitorati”, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria.

Nonostante il quadro drammatico, il leader palestinese ha ribadito la volontà di avviare un processo politico per la costruzione di uno Stato palestinese unificato, con istituzioni legittime e riconosciute a livello internazionale. Ha confermato l’esclusione di Hamas da queste strutture, sottolineando tuttavia l’impegno per “un governo riconosciuto internazionalmente” e per “lavorare per la pace”.

Rivendicando con forza il diritto del popolo palestinese alla propria terra, Abu Mazen ha dichiarato: “La Palestina è nostra, non lasceremo la nostra terra”. Ha poi aggiunto che “la pace non può essere raggiunta senza giustizia” e che “la liberazione della Palestina è una condizione imprescindibile per la stabilità nella regione”.

Il presidente ha espresso il desiderio di costruire “uno Stato moderno e civile, libero da violenza ed estremismo”, orientato allo sviluppo, all’innovazione tecnologica e all’istruzione, anziché alla guerra.

Nel suo appello alla comunità internazionale, Abu Mazen ha invitato tutti gli Stati che ancora non hanno riconosciuto la Palestina a compiere questo “passo fondamentale” e ha chiesto un sostegno concreto per l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Ha ricordato: “Abbiamo già riconosciuto l’esistenza di Israele nel 1988 e nel 1993 e continuiamo a riconoscere questo diritto”, sottolineando la volontà di un dialogo basato sul “reciproco riconoscimento”.

Infine, ha voluto marcare una distinzione netta tra la lotta per i diritti del popolo palestinese e ogni forma di razzismo, affermando che “i palestinesi rifiutano categoricamente l’antisemitismo”.

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