24 Luglio 2025
Muhammad Zakariya Ayyoub al-Matouq fonte: Time of Israel
Il volto della carestia a Gaza ha il nome e il corpo martoriato di Muhammad Zakariya Ayyoub al-Matouq. Ha un anno e mezzo, ma pesa appena 6 chili: quanto un neonato di 3 mesi. Vive in una tenda tra le macerie, consumato dalla fame e dal genocidio in corso nella Striscia di Gaza.
La sua immagine, pubblicata anche in prima pagina dal britannico Daily Express, scuote le coscienze e riporta con forza sotto i riflettori il dramma umanitario che sta colpendo la popolazione della Striscia. La fotografia ritrae Muhammad sorretto da sua madre, il corpo ridotto a uno scheletro, gli occhi profondi e sbarrati in cerca di aiuto, come se domandassero silenziosamente "perché".
Davanti a questa foto e alle altre che appaiono nelle pagine interne, altrettanto terribili, anche l’indignazione sembra impotente di fronte a immagini così angosciose, il dolore che proviamo lascia il tempo che trova. Mentre ci indigniamo e ci addoloriamo, quel bambino e tanti altri come lui muoiono. Sono le immagini della fame che porta alla morte.
Secondo le stime più recenti, sono 900.000 i bambini di Gaza esposti alle conseguenze della fame. Di questi, almeno 70.000 si trovano già in uno stato gravissimo di denutrizione. Un’emergenza denunciata da tempo dalle Nazioni Unite, dalle principali organizzazioni umanitarie mondiali e da numerosi testimoni sul campo. Ma che oggi, davanti a uno scatto come quello di Muhammad, diventa impossibile da ignorare.
Il segretario di Stato per gli Affari Esteri britannico, il laburista David Lammy, ha espresso parole di indignazione che vanno ben oltre ogni possibile approccio diplomatico. E non è il solo. A Westminster, il grido di allarme ha superato le tradizionali barriere ideologiche. Non parlano più solo i pacifisti o la sinistra liberal. A intervenire sono anche figure del centrodestra conservatore e perfino esponenti da sempre schierati a sostegno di Israele.
"Per pietà, fermate questo adesso", titola il Daily Express. "Le sofferenze del piccolo Muhammad, aggrappato alla vita nell'inferno di Gaza, svergognano tutti noi". Un monito raccolto anche in Parlamento da Kit Malthouse, ex ministro Tory e membro storico del gruppo 'Friends of Israel', che non ha esitato a evocare il genocidio in corso a Gaza. Le parole di condanna del governo Starmer, a suo dire, sono “tardive e insufficienti”, se non accompagnate da sanzioni concrete contro il governo Netanyahu e da un ripensamento sull’invio di armamenti britannici allo Stato ebraico.
Malthouse è arrivato a rivolgersi direttamente al ministro Lammy, ammonendolo sul rischio di finire un giorno imputato all’Aja, se alle parole non seguiranno fatti: “Complice dei crimini” attribuiti a Israele, ha detto senza mezzi termini.
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