02 Gennaio 2025
Mohammad Abedini e Cecilia Sala
La Procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, ha negato gli arresti domiciliari a Mohammad Abedini Najafabadi, l'uomo originario dell'Iran che è stato arrestato all'aeroporto di Milano Malpensa il 16 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti con l'accusa di aver fornito "supporto materiale a un'organizzazione terroristica straniera" e per la violazione dell'International Emergency Economic Power Act (IEEPA). La richiesta di alleggerire la misura cautelare, presentata dal legale del 38enne, Alfredo De Francesco, è stata negata per "assenza di garanzie sul pericolo di fuga". L'ambasciata iraniana sull'incontro con la Farnesina: "Mohammad Abedini, detenuto nel carcere di Milano con false accuse" e ha aggiunto "Cecilia Sala, le sono state inoltre fornite tutte le agevolazioni necessarie".
In una nota relativa al parere negativo alla scarcerazione di Abedini, la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni spiega che la "messa a disposizione di un appartamento e il sostegno economico da parte del consolato dell'Iran unitamente a eventuali divieti di espatrio e all'obbligo di firma non costituiscano un'idonea garanzia per contrastare il pericolo di fuga del cittadino di cui gli Usa hanno chiesto l'estradizione". Secondo la procura, l'uomo, nonostante il divieto di uscire dal paese e l'obbligo di firma, non darebbe sufficienti garanzie perché possa essergli 'concesso' un alleggerimento della misura cautelare.
Un documento, lungo 4 pagine, è stato inviato dal Dipartimento di giustizia del Massachusetts. Un atto, recepito dalla procura meneghina pochi giorni dopo l'arresto di Abedini - e quindi prima dell'istanza con cui il suo avvocato difensore ha chiesto gli arresti domiciliari - in cui viene specificato che per il 38enne sia necessaria la detenzione in carcere in quanto considerabile come "soggetto pericoloso". "Io sono un accademico, uno studioso: non sono certo un terrorista. Non capisco questo arresto, non riesco a capirlo", ha risposto l'ingegnere iraniano.
L'ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri ha riferito nel corso dell'incontro alla Farnesina di questa mattina "che sin dai primi momenti dell'arresto" di Cecilia Sala "si è garantito l'accesso consolare all'ambasciata italiana a Teheran e le sono state inoltre fornite tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari. Ci si aspetta dal governo italiano che reciprocamente, oltre ad accelerare la liberazione del cittadino iraniano detenuto, vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno". Lo riferisce su X l'ambasciata iraniana a Roma.
L'ambasciata iraniana ha inoltre parlato di un "amichevole colloquio" nel quale "si è discusso e scambiato opinioni sul cittadino iraniano Mohammad Abedini, detenuto nel carcere di Milano con false accuse e della Signora Cecilia Sala, cittadina italiana, detenuta in Iran per violazione delle leggi della Repubblica islamica dell'Iran". L'incontro con l'ambasciatore iraniano era stato convocato dalla Farnesina dal segretario generale Riccardo Guariglia, su indicazione del ministro Tajani.
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