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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

La guerra del 7 ottobre è davvero il suicidio dell'Occidente o si è ancora in tempo per fermare la demenza stragista neonazista?

Ormai siamo probabilmente oltre le 50mila vittime palestinesi, contro meno di 2mila israeliane: tale rapporto è ben oltre quello della strage delle Fosse Ardeatine, a firma Herbert Kappler, Obersturmbannführer SS al servizio del III Reich

15 Ottobre 2024

La guerra del 7 ottobre è davvero il suicidio dell'Occidente o si è ancora in tempo per fermare la demenza stragista neonazista?

Forse Guido Crosetto non è informato. Forse Giorgia Meloni non è informata. Forse Sergio Mattarella non è informato. Forse non sono informati i vertici degli altri paesi della NATO. Sicuramente è informata la Casabianca, ma ormai chiunque vi alberghi non ha più alcun residuo di dignità.
Ma con che cuore costoro possono vedere un filmato, o meglio più di uno, dove si vede bruciare vivo un ragazzino, forse poco più che un bambino, senza smettere di fare vuotissimi quanto prosaici proclami generici, quando non peggio; altrettanto vuoti peana a favore di Israele? La ignavia e la inettitudine non sono più scusanti, sono complicità palesi in crimini di guerra ormai bestiali.

Con che cuore non ci si rende minimamente conto che le vittime da danno collaterale, organiche in ogni guerra, ormai oltre ad essere fuori controllo sono una pratica strutturale, definitivamente sfociata in crimine di guerra sistematico, delle attuali Forze Armate israeliane?

Con che cuore, ma soprattutto con che cervello si può ancora avere la faccia deretanica nel sostenere la scusa dei cosiddetti "scudi umani", che si intenda bene, sono una realtà di fatto, ma che parimenti sono sempre applicabili alle azioni di bombardamento sui centri urbani: gli obiettivi militari non sono forzatamente posizionati in basi isolate. In una guerra totalizzante dove un primo aggressore bombarda sistematicamente i centri urbani si attua forzosamente una rappresaglia altrettanto sistematica, ma nel caso della guerra post 7 ottobre non è più possibile sostenere che i lanci di razzi da parte di Hamas ed Hezbollah necessitino di rappresaglie con simili ratei di vittime a rapporto decimale. Ormai siamo probabilmente oltre le 50mila vittime palestinesi, contro meno di 2mila israeliane: tale rapporto è ben oltre quello della strage delle Fosse Ardeatine, a firma Herbert Kappler, Obersturmbannführer SS al servizio del III Reich.

Con che cuore chiunque di noi può continuare a votare, pur nella inutilità ormai di tal gesto, anzi nella sua organica forma di compartecipazione con una classe politica di miserabili bottegai senza scrupoli, per questi fiancheggiatori di assassini seriali?

Con che cuore possiamo tollerare tutti noi questo vile imbarbarimento della nostra società, lanciata a vela stracciata verso la sua ulteriore e forse finale dissoluzione morale?

Con che cuore possiamo fregarcene senza minima cura del suicidio della nostra civiltà, soprattutto sapendo che le altre civiltà, segnatamente quelle oltre il vecchio muro di Berlino, e fino all'estremità orientale, non solo non saranno migliori di noi, ma sono già oggi infinitamente peggiori, nonostante ora rimangano cinicamente ferme, a godersi lo spettacolo della nostra idiozia?

Con che cuore ripetiamo per la ennesima volta la versione bianca-caucasica del seppuku, il suicidio rituale giapponese (sia citato non a caso, visto che il Giappone fu il primo paese orientale ad adottare in toto il modello europeo, per poi applicarlo nel peggiore dei modi ibridandolo con le proprie peggiori pulsioni), che già decapitò la nostra Storia e la nostra supremazia morale e materiale con i due conflitti mondiali, con la guerra del Vietnam, con la altrettanto risibile seppur quasi totalmente sottaciuta disfatta della guerra in Afghanistan?

Con che cuore chiederemo ai cinesi di adottare leggi morali estranee alla loro cultura avendole noi ormai quasi tutte rinnegate, senza più neanche quella ipocrita vergogna che finora eravamo riusciti, magari malamente, a mantenere?

Con che cuore controfirmiamo di fatto la uccisione di bambini, donne e civili, proprio noi europei che le abbiamo subite in misura così traumatica relativamente solo pochi anni fa, nel tempo dei nostri nonni e spesso persino dei nostri genitori?

Con che cuore possiamo ancora sostenere un paese come Israele, ormai dominato da una maggioranza relativa di fanatici pseudoreligiosi dediti alla replica di teorie e pratiche neonaziste che i loro nonni e genitori ebbero proprio a subire, per somma atroce facoltà di contrappasso storico? Con che grado di stupidità qualche minus habens continua a ripetere la filastrocca sulla democrazia israeliana, come se anche i regimi nazifascisti europei non fossero nati e cresciuti nel consenso elettorale in Italia ed in Germania, giusto cent'anni fa? Con che grado di idiozia non si vede che la opposizione interna israeliana, nonostante i delinquenti al governo abbiano lasciato morire gli ostaggi in mano ai terroristi criminali di Hamas, è al momento del tutto irrilevante?

Con che cuore il Papa stesso non sbarca personalmente a Gerusalemme, a Kiev, a Mosca, a Beirut, a Teheran, in ogni luogo di conflitto, anche il più remoto africano, per porsi di persona come barriera allo svilimento dell'umanità?

È pur vero che la Storia richiede tempo e sangue per arrivare a svolte decisive, così sempre fu e sempre sarà: la scimmia umana è lenta e poco intelligente. E la guerra è una attività connaturata alla scimmia umana: una tara genetica, ma anche un elemento naturale del nostro pianeta, basato esso stesso su un gioco di conflitti. È pur vero che il pacifismo è di conseguenza una teologia aberrante, basata come ogni religione fanatica su un rifuggere la realtà senza discernimento, e che al genere umano non servono religioni apodittiche, ma soluzioni di testa, oltreché di cuore. Il nazifascismo fu sconfitto dalle armi, non certo dalle preghiere. Ma finché anche il cuore resterà fuori dalla porta, vituperando così anche ogni bellezza e giustizia delle religioni stesse, cristianesimo in primis, saremo sicuri non certo della esistenza di Dio, ma della strisciante persistenza del Demonio. Per chi ci crede, ed anche per chi non ci crede.

Di Lapo Mazza Fontana.

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