02 Luglio 2024
La prima visita in Ucraina da quando è iniziata la guerra da parte del primo ministro dell'Ungheria, Viktor Orban, ha sortito degli esiti che forse ci si poteva aspettare, considerando le tensioni già presenti fra Ungheria e Ucraina.
Orban, durante l'incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, si è presentato come mediatore, invocando la possibilità di giungere a un accordo di pace. Opera difficile considerando che il leader ungherese, il più filo-Putiniano, è quello che più, rispetto agli altri 26 leader dell'Unione Europea, mantiene una posizione contraria a molti dei dossier legati all'Ucraina. Il premier ungherese ha, però, intrapreso la sua missione di pace – già tentata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan -, presentandosi con una visita a sorpresa da Zelensky dopo appena 24 ore dall'aver preso i comandi del Consiglio dell'Unione europea. Nel presentare la visita, Budapest aveva preannunciato che "l'argomento più importante in discussione" sarebbe stata "la possibilità di costruire la pace".
Orban come promotore della pace ha fatto quanto finora altri leader europei non avevano azzardato a fare, chiedendo un "cessate il fuoco immediato" al fine di "accelerare i negoziati di pace con la Russia". Il leader ucraino, che indubbiamente non desiderava questo intervento a casa sua, ha congelato le proposte del presidente ungherese: per Kiev può esserci solamente "una pace giusta", afferma, senza alcuna concessione a Mosca. Ha, anzi, invitato Orban a "unirsi agli sforzi" dell'Ucraina, chiedendo all'Europa di non smettere il suo sostegno militare a Kiev.
Nel frattempo, il Cremlino sembra aver dato poca importanza alla visita a Kiev e Vladimir Putin si è diretto ad Astana in vista dell’incontro con Xi Jinping e con Erdogan a margine del vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Il presidente russo si è mantenuto fermo sulle sue condizioni per un'eventuale pace con l'Ucraina: cinque regioni e la rinuncia ucraina alle ambizioni di aderire alla NATO. Per Zelensky, si tratta di richieste inammissibili e, anzi, rincara la dose con nuovi aiuti militari da parte degli USA, gli ultimi del valore di 2,3 miliardi.
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