27 Marzo 2024
Il Patriarca Kirill
A Mosca vengono diffusi i dati sulle violazioni in tema di immigrazione, argomento diventato cruciale dopo l'attacco terroristico al Crocus City Hall, e il Patriarca Kirill (Cirillo I per noi), capo della Chiesa ortodossa russa, trae spunto da queste cifre per mettere in guardia il popolo russo da chi non rispetta le tradizioni del Paese ospitante.
Dati alla mano, in Russia sono state registrate nel 2023 nella capitale 224.000 violazioni della legislazione sull'immigrazione, 42.000 persone sono state espulse (dati Ministero degli Interni). Kirill ha detto che i russi hanno il diritto di esigere un trattamento rispettoso da coloro che vengono nel loro Paese. "Nel caso della loro residenza permanente in Russia, penso che i requisiti legali siano la conoscenza della lingua e delle nostre tradizioni, e il rispetto di queste tradizioni", ha detto. Il Patriarca inoltre ritiene che il nazionalismo russo "non esista in natura" e che non vi sia bisogno di spaventare nessuno. "Ma parlare dell'importanza e del ruolo del popolo russo - ha spiegato ancora Kirill - nella preservazione del nostro Paese multinazionale, penso che questo sia un argomento importante che dovremmo affrontare anche noi".
Il Patriarca Kirill, nel corso di un convegno, ha anche accusato "i nemici" della Russia di avere cercato di fomentare divisioni religiose tra cristiani e musulmani con l'attacco al Crocus City Hall, ma ha affermato che questo piano fallirà grazie alla "unità morale degli ortodossi cristiani e dei musulmani". I quattro arrestati accusati di essere esecutori materiali della strage provengono dal Tagikistan, Paese musulmano, e nei giorni scorsi il presidente Vladimir Putin ha detto che l'attentato è opera di "estremisti islamici", aggiungendo però che devono essere scoperti "i mandanti". Gli avversari della Russia, ha detto Kirill, citato da Ria Novosti, "hanno cercato di trarre vantaggio dai problemi interni con la situazione della migrazione per aggravare le relazioni interetniche nel nostro Paese, anche con l'aiuto del fattore radicale islamico". "Si è cercato - ha proseguito il Patriarca - di mettere l'una contro l'altra due religioni tradizionali, di dividere il popolo secondo principi religiosi, e ovviamente non possiamo permettere niente nel genere in Russia". L'unità di cristiani e musulmani nel Paese è come uno scoglio "contro cui si infrangono gli sforzi dei nostri nemici per distruggere la Russia", ha concluso Kirill.
Già due giorni fa il Patriarca aveva parlato della Nato, definendola "Nato portatrice del male", e della sua "ferma volontà di indebolire la fede ortodossa e i suoi valori". E lo aveva fatto prendendo di mira l'Alleanza Atlantica "che 25 anni fa decise di intervenire in Kosovo": parole contenute in una lettera inviata al patriarca ortodosso serbo Porfirije offrendo un resconto assai parziare degli attacchi aerei della Nato sulla Jugoslavia, definendoli "un altro episodio rivelatore nell'eterna lotta contro la fede ortodossa" per distruggere un "grande stato slavo" promuovendo e sostenendo il "separatismo nazionalista". "L'obiettivo principale degli aggressori - ha sottolineato Kirill - era quello di strappare alla Serbia la sua provincia autonoma del Kosovo e Metohija - la terra che è la culla dell'ortodossia serba".
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