25 Marzo 2024
Donald Trump (fonte foto Lapresse)
In un capitolo recente della saga giudiziaria che vede coinvolto l'ex presidente Donald Trump, la corte d'appello di New York ha messo temporaneamente in pausa la riscossione di una somma ingente, oltre 454 milioni di dollari, emessa a seguito di una condanna per frode civile. La decisione arriva con un caveat significativo: Trump dovrà depositare 175 milioni di dollari entro 10 giorni per attivare la sospensione. Questa mossa giuridica offre a Trump, figura centrale nel panorama repubblicano e possibile candidato alla presidenza, un momento di respiro.
In particolare, gli impedisce la perdita immediata di beni durante il processo d'appello, un periodo durante il quale la tensione tra la possibilità di un'ascesa politica e la pressione giudiziaria è palpabile. La corte ha inoltre revocato alcune parti del precedente verdetto, che vietavano a Trump e ai suoi figli, Eric Trump e Donald Trump Jr., di occupare posizioni di leadership aziendale per diversi anni, ribaltando una decisione che aveva precedentemente pesato sull'impero commerciale della famiglia. Questo sviluppo arriva in un momento critico, poco prima che il procuratore generale di New York, Letitia James, democratica, avviasse procedimenti per l'esecuzione della sentenza.
Trump, che si trovava a New York per un'altra udienza, ha annunciato sulla sua piattaforma Truth Social di aver pianificato di versare l'importo richiesto attraverso obbligazioni, titoli o contanti, criticando aspramente il giudizio del giudice Arthur Engoron definendolo "ridicolo e oltraggioso". L'ufficio del procuratore generale ha reagito sottolineando che, nonostante la sospensione della riscossione, la sentenza rimane valida e che Trump deve ancora rispondere delle sue azioni, descritte come "una sconcertante frode" volta a gonfiare il suo patrimonio netto a vantaggio personale, familiare e aziendale.
La richiesta degli avvocati di Trump alla corte d'appello di bloccare la riscossione evidenziava le difficoltà nel reperire un sottoscrittore disposto a garantire una somma così elevata, che continua ad aumentare quotidianamente a causa degli interessi. Inizialmente avevano proposto una cauzione di 100 milioni di dollari, rifiutata dalla corte a fine mese scorso. La sfida per il procuratore generale potrebbe ora consistere nel sequestrare beni di valore di Trump, come l'attico della Trump Tower, aerei privati, edifici per uffici o campi da golf, una prospettiva complicata data la natura e il valore degli asset in gioco.
La situazione pone in luce le complesse dinamiche tra legge, finanza e politica, con Trump che si difende sia sul fronte legale che su quello pubblico, mantenendo al contempo le sue ambizioni politiche. Il caso continua a svilupparsi, promettendo nuovi capitoli in una saga lungi dall'essere conclusa.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia