24 Febbraio 2024
Guerra in Ucraina, fonte: imagoeconomica
A esattamente 2 anni dall'inizio della guerra in Ucraina, con l'invasione della Russia del 24 febbraio 2022, è giunto il tempo dei bilanci. Una guerra di logoramento, che ha mietuto vittime da entrambe le parti, anche se ad ora l'esercito di Putin sembra essere in vantaggio rispetto a quello di Zelensky.
Dopo due anni l'Ucraina registra più di 10.300 civili uccisi, secondo i dati elaborati dalle Nazioni Unite. I danni dall'inizio della guerra alla fine dello scorso anno sono stati valutati, nel Rapid Damage and Needs Assessment condotto dalla Banca mondiale insieme al governo ucraino, Commissione europea e Onu, in 486 miliardi di dollari, con uno sforzo di ricostruzione della durata di dieci anni.
Hanno lasciato il Paese circa 6,5 milioni di persone (sei milioni in Paesi europei, 500mila in Canada e negli Stati Uniti) e 3,5 milioni sono gli sfollati interni. E 5.400 istituti scolastici e culturali e strutture mediche sono state distrutte.
La maggior parte delle vittime è morta in raid missilistici, ma sono molti anche i morti a causa dell'esplosione di mine abbandonate. All'inizio, le forze russe hanno aperto più fronti di combattimento, ma ora gli scontri sono solo a est, anche se l'aeronautica russa continua a mettere a dura prova l'intero territorio ucraino.
Il dieci per cento delle abitazioni in Ucraina è stato danneggiato parzialmente o distrutto, vale a dire (i dati sono dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni) quasi 1,4 milioni di case sono danneggiate, un terzo delle quali considerate irreparabili.
Tra le principali destinazioni europee dei rifugiati ucraini, oltre alla Russia, ci sono la Germania, che ha accolto 1,4 milioni di profughi, la Polonia, a 956.000, la Gran Bretagna, con 250.000 e la Spagna, che ha fornito rifugio a oltre 192.000 persone.
L'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha evidenziato che quasi 8,5 milioni di persone dipenderanno dai suoi aiuti nel 2024.
Attraverso una ricerca open source, il media indipendente russo Mediazona, insieme con Bbc Russia, ha confermato i nomi di circa 40mila soldati russi uccisi dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, nel febbraio 2022. L'inchiesta è stata rilanciata dal Kyiv Independent. Secondo il New York Times, invece, nell’esercito ucraino i morti sarebbero stati finora 70 mila, a cui si aggiungono tra i 100 mila e i 120 mila feriti.
Secondo l’Economist, la spesa militare annua russa è di 60 miliardi di dollari, mentre la spesa pubblica è aumentata del 40% e ai russi la guerra costa 67 miliardi di dollari l’anno di deficit pubblico – un 3% di Pil che se ne va per sostenere la produzione, reggere il welfare, mantenere le famiglie che mandano gli uomini al fronte –.
Secondo il Kiel Inistiut a Kiev la guerra costa 10 miliardi di dollari al mese. Bisogna però aggiungere tutto quello che è arrivato in aiuti. L’Ue ha finora versato agli ucraini 85 miliardi così ripartiti: 25 in attrezzature tecniche e militari, 60 in finanziamenti. Stando ai tedeschi del Kiel Institute for the World Economy, gli Usa hanno dato 47 miliardi in armamenti e la Gran Bretagna 18. Secondo i conti di Banca mondiale dall’Occidente sono arrivati in totale 17 miliardi mensili, fra armi e sostegno a un’economia che non produce più reddito e in quasi due anni ha bruciato 200 miliardi tra industrie collassate e grandi investitori stranieri che sono scappati. La spesa pubblica ucraina per pagare la pubblica amministrazione, per tenere aperti scuole e ospedali, per far funzionare i trasporti, solo nel 2022 è stata di 75 miliardi: i prestiti occidentali ne hanno coperti 32.
Mosca ha iniziato la sua campagna con molta fiducia, credendo di concluderla in poche settimane. Tuttavia, nella prima fase, la quantità di truppe non è stata sufficiente, costringendo il Cremlino a ridimensionare gli obiettivi a fine marzo, concentrando gli sforzi sul Donbass e sull'area meridionale. Ciò è stato accompagnato dai primi insuccessi in Mar Nero, come l'affondamento dell'ammiraglia Moskva. Grazie all'ampio supporto occidentale, la resistenza ucraina ha difeso Mariupol fino a metà maggio, e successivamente ha sorpreso l'Armata russa a settembre nel settore di Kharkiv.
Nel novembre 2022, le vittorie nell'area di Kherson hanno suscitato le speranze ucraine di una futura riconquista territoriale, alimentate dall'arrivo di nuove attrezzature dall'Occidente. Tuttavia, i colpi strategici dei missili Himars, le incursioni delle forze speciali e i raid aerei su Mosca hanno sì rafforzato la fiducia ucraina, ma anche portato a sottovalutare il nemico. La Russia, sotto la guida del generale Sergei Surovikin, ha affrontato con successo una fase critica, stabilizzando il fronte e creando formidabili linee di difesa.
Dopo l'estate, la spinta degli ucraini si è arrestata e i russi hanno ripreso il controllo, grazie al loro vantaggio in termini di artiglieria, missili e fanteria. Kiev, è entrato poi in ulteriore crisi con la disfatta di Avdiivka, settore in cui i russi hanno ripreso ad avanzare. Negli ultimi dodici mesi, invece, i soldati ucraini non hanno compiuto alcun progresso. Gli aiuti americani sono bloccati al Congresso, quelli europei sono in ritardo, la nuova mobilitazione ha trovato l’opposizione dei civili stremati dalla guerra. I russi invece racimolano uomini dove possono, da Cuba al Nepal, e producono ora più munizioni degli occidentali, ne ricevono dalla Corea del Nord e ritengono che per piegare la resistenza dovranno arrivare a sparare 15 mila colpi al giorno: al momento ne producono 9 mila e ne sparano 10 mila. Gli ucraini sono calati a circa 2 mila.
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