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Gaza Marine, il giacimento di gas al largo della Striscia, terzo più grande del Mediterraneo. Estrazione ferma al 1999 perché Israele pretende 2/3 del ricavato

Un giacimento di gas al largo delle coste della Striscia da 1000 metri cubi, che potrebbe portare in dote entrate per 4,5 miliardi di dollari ed esportazioni all'estero

14 Novembre 2023

Gaza Marine, il giacimento di gas al largo della Striscia, terzo più grande del Mediterraneo. Il blocco navale di Israele dal 2007 ne impedisce l'accesso

Gaza Marine, fonte: Twitter @ElaiRettig Segui

Gaza Marine, il giacimento di gas al largo della Striscia, il terzo più grande del Mediterraneo, è uno dei terreni di scontro tra Israele e Gaza. È un tesoro che conterebbe 1.000 miliardi di metri cubi di gas e garantirebbe entrate per 4,5 miliardi di dollari. Una fonte di approvvigionamento energetico su cui appoggiarsi solo sulla carta visto che Israele non permette di estrarre il gas dal 1999 perché pretende 2/3 del ricavato. Il blocco navale del 2007 di Tel Aviv, invece, ne impedisce l'accesso. Di conseguenza non viene permesso quello che sarebbe il normale uso per case, impianti di desalinizzazione dell'acqua e sviluppo dell'agricoltura.

Gaza Marine, il giacimento di gas al largo della Striscia, terzo più grande del Mediterraneo

Il Gaza Marine potrebbe portare elettricità e ricchezza nella Striscia e nel resto della Palestina ma il boicottaggio di Israele lo impedisce. Nel 1999 l’Autorità Palestinese concesse una licenza per la ricerca di idrocarburi al British Gas Group e Consolidated Contractors (una società privata palestinese), con rispettivamente il 60% e il 30% delle quote, di cui il Fondo investimenti dell'Autorità detiene una quota pari al 10%.

Per Yasser Arafat, leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), la scoperta del giacimento era un "dono di Dio". "Ciò fornirà una solida base per la nostra economia, per creare uno Stato indipendente con Gerusalemme santa come capitale", disse.

Furono perforati due pozzi, Gaza Marine-1 e Gaza Marine-2. Ma dell'uso del gas non c'è mai stato traccia visto che il blocco imposto da Israele, che pretende di averlo a prezzi stracciati, impedisce che Gaza lo sfrutti anche per effettuare esportazioni. Tel Aviv soffriva il fatto di non avere risorse proprie, almeno prima di scoprire il Tamar ed il Leviathan.

La cosa che fa riflettere è che il nuovo conflitto è scoppiato proprio quando Israele e Autorità palestinese, grazie all'intermediazione dell'Egitto, sembravano aver trovato un'intesa per avviare i lavori sul giacimento. La vicenda nel corso degli anni ha attraversato vari step.

Gaza Marine, tutti gli step di una vicenda travagliata

C'è un momento più di altri che peggiora la situazione attorno al Gaza Marine. È il 2007 e Hamas prende il potere a Gaza. "Un punto di svolta è stata l’operazione militare israeliana a Gaza nel dicembre 2008", spiega Mahmoud Elkhafif, funzionario Onu per la Palestina. "In seguito all'operazione, i giacimenti di gas naturale palestinesi furono di fatto posti sotto il controllo israeliano senza riguardo per il diritto internazionale. La questione della sovranità sui giacimenti di gas di Gaza è cruciale. Da un punto di vista legale (...) le riserve di gas appartengono ai Territori palestinesi occupati".

Sempre l'Onu, nel 2019 pubblica un rapporto dal titolo: "I costi economici dell'occupazione israeliana per il popolo palestinese: il potenziale non realizzato del petrolio e del gas", e vengono elencanti tutti i benefici economici che avrebbero Cisgiordania e Gaza se si sfruttasse il giacimento.

Nello stesso anno l'Egitto decide di collaborare con Israele e Unione Europea (Italia, Grecia e Cipro) per mettere a sistema i giacimenti nel Mediterraneo orientale, "proteggerli" dalle mire della Turchia, e esportare il gas in eccesso in Europa. Così nasce l'EastMed Forum, di cui fa parte anche l'Autorità palestinese. Il Cairo spera di far ragione Netanyahu ma già due anni più tardi, un nuovo scontro tra Israele e Hamas a Gaza mette in pausa lo sviluppo del Gaza Marine.

L'ultimo atto questa estate: a giugno Tel Aviv annuncia che "nel quadro degli sforzi esistenti tra lo Stato di Israele, l'Egitto e l'Autorità palestinese, ponendo l'accento sullo sviluppo economico palestinese e sul mantenimento della stabilità della sicurezza nella regione, è stato deciso di sviluppare il giacimento di gas marino di Gaza". Ma la guerra in atto ha frenato tutto, nuovamente.

 

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