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Brics, si allarga ad 11 Paesi, entrano Arabia Saudita, Argentina e Iran, e diventa 5 volte il G7: 3,6 mld vs 770 mln persone

Da Johannesburg, dove si è concluso il 15esimo summit Brics, il presidente sudamericano Ramaphosa annuncia l'entrata di 6 nuovi membri dal gennaio 2024: Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran

24 Agosto 2023

Brics, si allarga ad 11 Paesi, entrano Arabia Saudita, Argentina e Iran, e diventa 5 volte il G7: 3,6 mld vs 770 mln persone

Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti. Sei Paesi per i quali è difficile delineare un denominatore comune: non dal punto di vista storico, non dal punto di vista commerciale, non nei rapporti internazionali. Eppure, dal 1 gennaio 2024, i sei soggetti citati assumeranno ufficialmente il titolo di "membri Brics di seconda generazione". Un successo per il sud globale (o per chi si finge tale), immagine del divenire in atto. 

Il gruppo del Brics si allarga: 6 nuovi membri a partire dal 2024

Ad annunciare il primo allargamento nella storia del "gruppo degli emergenti" (soprannome ormai anacronistico, visto la presenza, tra gli altri, della seconda potenza economica del pianeta, decisamente "emersa") è il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Lo fa dal palco della conferenza stampa a margine del quindicesimo summit annuale Brics appena concluso. Alle parole pronunciate a Johannesburg dal padrone di casa si accompagnano quelle del presidente brasiliano Inacio Lula da Silva, dimostratosi negli ultimi mesi molto attivo nell'opera assunzione del titolo di alfiere del multipolarismo. Secondo il vertice del gigante sud americano, l'entrata dei sei nuovi membri nel "club" fino ad oggi composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, sarà presto seguita da "ulteriori ampliamenti".

Una linea, quella di Lula, che si riflette nel commento del presidente indiano Narendra Modi, fresco del trionfo lunare della Chandrayaan-3 e, secondo molti osservatori, impegnato in una lotta sotterranea con Pechino, lotta che trascende i confini del Brics, per il timone, perlomeno morale, del "secondo e terzo mondo". Dopo aver espresso soddisfazione per le decisioni prese ed i nuovi rapporti tessuti, l'uomo forte di Delhi ha affermato: "Questo rafforzerà anche la fiducia di molti Paesi nel mondo in un ordine mondiale multipolare: sono fiducioso che, assieme a questi Paesi, saremo in grado di imprimere un nuovo slancio e dare nuova energia alla nostra cooperazione". 

Non sfugge, soprattutto in occidente, la trasversalità dei nuovi membri Brics, una trasversalità che preoccupa Washington. Non stupisce la membership iraniana, certamente, ma quella di altri Paesi darebbe da pensare a nord di Richmond. L'entrata di uno dei "fiori del giardino di casa" degli Stati Uniti, l'Argentina (in particolare dopo l'assicurazione fatta nei giorni scorsi da Buenos Aires sul rifiuto all'offerta Brics) rende l'area di sicurezza americana per eccellenza ancora più incerta. Un carattere, quello della lesa maestà al "poliziotto del mondo", che l'ascendente dottrina multipolare starebbe da mesi esacerbando.

Non sorprende, quindi, se tra i vari capi di stato intervenuti al summit in Sud Africa sia quello che più platealmente ha contribuito a tale stato delle cose (la sua presenza a Johannesburg in via telematica ne è ironico corollario) a parlare apertamente di contrapposizione all'ordine mondiale occidentale, con una crudezza terminologica glissata dai colleghi. In video conferenza da Mosca, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato: "I Brics non competono con nessuno, non si oppongono a nessuno, ma è anche ovvio che questo processo oggettivo, il processo di creazione di un nuovo ordine mondiale, ha ancora oppositori inconciliabili che cercano di rallentarlo, per frenare la formazione di nuovi centri indipendenti di sviluppo e influenza nel mondo". 

Una contrapposizione che si avvia a mettere il punto ai trent'anni di ordine liberale neocon, o perlomeno a provarci, definendo (non è chiaro ancora per quanto tempo) i campi di gioco, ridistribuendo le gerarchie dell'influenza secondo traiettorie fino a pochi mesi fa impensabili e, in conclusione, specchiando, a partire dal 2024, un volume demografico di oltre 3,6 miliardi di persone (214 mln in Brasile; 143 mln in Russia; 1,4 mld in India; 1,4 mld in Cina; 60 mln in Sud Africa; 45 mln in Argentina; 109 mln in Egitto; 120 mln in Etiopia; 88 mln in Iran; 36 mln in Arabia Saudita; 9 mln negli Emirati Arabi Uniti) ai circa 770 milioni del G7 (38 mln in Canada; 67 mln in Francia; 83 mln in Germania; 125 mln in Giappone, 59 mln in Italia; 67 mln nel Regno Unito; 331 mln negli Stati Uniti), simbolo e bersaglio delle parole di Putin e dei non detti degli altri capi di Stato riuniti in Sud Africa.

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