07 Agosto 2023
Dopo 530 giorni di guerra in Ucraina, le speranze per una soluzione pacifica al conflitto sembrano affacciarsi all'orizzonte. Il secondo e ultimo giorno di colloqui a Gedda, in Arabia Saudita, si è concluso con "consultazioni produttive", nonostante l'assenza della Russia al vertice. La nazione russa ha ribadito la volontà di mantenere il controllo solo dei territori scritti nella Costituzione ed ha inoltre evidenziato l'assenza di presupposti per cessare le ostilità. Per Putin, la fine della guerra è possibile, ma solo se Kiev accetta questa nuova condizione territoriale.
La Cina ha preso parte ai colloqui di pace svoltisi a Gedda dal 5 al 6 agosto, insieme ad altri 40 Paesi, segnalando un importante (e brusco) spostamento di interessi. Questa è la prima volta che Pechino partecipa a un vertice simile dopo aver rifiutato di prendere parte a un incontro analogo a Copenhagen lo scorso giugno. L'inviato speciale per gli affari eurasiatici, Li Hui, ha rappresentato il Paese ai colloqui, mentre la Russia non è stata proprio invitata. Putin ha infatti commentato che il Vertice non ha alcun senso senza la sua presenza.
Secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, la presenza della Cina a Gedda rappresenta una "vittoria storica", poiché suggerisce un cambiamento degli interessi cinesi dai legami con Mosca verso un maggiore coinvolgimento con Kiev. Questa cambio di direzione non è piaciuto per niente al Cremlino e infatti potrebbe avere significative implicazioni per il conflitto in corso in Ucraina.
Un funzionario europeo, il cui nome è rimasto anonimo, ha dichiarato al Financial Times che la Cina ha partecipato attivamente al forum e ha mostrato una posizione "positiva" riguardo a un possibile incontro simile in futuro.
L'assenza della Russia al vertice a Gedda è stata notata e potrebbe segnalare una dinamica geopolitica in evoluzione nella regione. La partecipazione della Cina potrebbe aggiungere nuovi attori e prospettive al tavolo delle trattative, rendendo difficile la sua posizione con la Russia.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, amico di fiducia di Putin, si offre come mediatore per favorire la ripresa dei colloqui di pace sull'Ucraina e raggiungere un anticipato cessate il fuoco. Una fonte dell'amministrazione di Ankara ha riferito che il leader turco intende proporre questa soluzione nell'incontro previsto a breve con il presidente russo Vladimir Putin.
La Turchia è emersa come un porto sicuro per la Russia, soprattutto dopo essere stata ostracizzata in gran parte dell'Occidente. Non solo accoglie ancora le aziende russe, ma il presidente Putin la considera un partner commerciale essenziale e una fonte di sostegno finanziario. D'altro canto, la Turchia vede nella Russia un'opportunità di consolidare la sua posizione internazionale e garantire il mantenimento del potere per il presidente Erdoğan, soprattutto in vista delle prossime elezioni.
"Non ci saranno vincitori della guerra e vinti nel processo di pace," ha ribadito la fonte dell'amministrazione turca, sottolineando l'importanza si una ripresa delle trattative di pace il prima possibile. "Ankara continua i suoi sforzi per portare la pace nella regione e il presidente Erdoğan è probabilmente l'unico leader mondiale che gode della sincera fiducia dei leader di Russia e Ucraina, mantenendo un costante contatto con entrambi," ha aggiunto.
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