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Marocco, 48enne condannato a 5 anni di carcere per aver criticato il re su Fb: "Ha erroneamente normalizzato i rapporti con Israele"

L'uomo avrebbe insultato il monarca sul suo profilo social, ed in primo grado è già stato giudicato colpevole. Il suo legale è pronto a fare appello

03 Agosto 2023

Marocco, 48enne condannato a 5 anni di carcere per aver criticato il re su Facebook: "ha erroneamente normalizzato i rapporti con Israele"

Un post su Facebook contenente presunti insulti e critiche eccessive all'operato della monarchia del suo Paese, il Marocco, potrebbe essersi rivelato un errore fatale per un uomo di 48 anni, che ora per queste accuse è stato condannato in primo grado dal tribunale di Casablanca a 5 anni di reclusione.

Marocco, 48enne condannato a 5 anni di carcere per aver criticato il re su Facebook: "ha erroneamente normalizzato i rapporti con Israele"

Said Boukioud aveva scritto sul suo profilo Facebook personale, verso la fine del 2020, quando lavorava e risiedeva in Qatar, dei post che, secondo l'accusa, "potevano essere interpretati come una critica al Re" e addirittura "insultanti nei confronti della monarchia". I post contenevano delle rimostranze nei confronti di Mohammed V (attuale sovrano dello stato nordafricano), accusato di aver "normalizzato le relazioni con lo stato di Israele": i due Paesi infatti, dopo decenni di tensioni, il 10 dicembre 2020 hanno deciso di venirsi incontro e stringere per la prima volta in assoluto degli accordi diplomatici, grazie anche alla mediazione degli Stati Uniti. Essendo la politica estera una prerogativa assoluta del monarca in carica, ed essendo anche proibito dalla legge locale criticare l'operato del Re, Said è stato subito messo sotto processo e condannato in primo grado a 5 anni di reclusione.

Il legale: "faremo appello contro la decisione"

Il legale del 48enne, El Hassan Essouni, ha già annunciato in un'intervista che farà appello contro questa decisione, definita come "pesante e incomprensibile", sottolineando che il suo assistito non aveva alcuna intenzione di offendere il sovrano, e che il suo cliente si sia subito reso conto dello sbaglio: "Ha cancellato i post incriminati e ha chiuso il suo account di Facebook quando ha saputo che era sotto processo in Marocco", ha precisato El Hassan. Ciononostante questo aspetto non è per ora servito a Said a cavarsela nel processo, vista la condanna in primo grado. 

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