13 Aprile 2023
Il portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, Andrea Sasse, accusa Pechino per le esercitazioni di fronte a Taiwan: "Aumenta il rischio di scontri involontari". Nel frattempo il Ministro Annalena Baerbock vola in Cina per mettere una toppa alla precedente visita del Presidente francese Macron. La Repubblica Popolare ignora le accuse e impone per domenica una no-fly zone a pochi chilometri da Taiwan.
Dura condanna di Berlino alle recenti esercitazioni navali cinesi di fronte all’isola di Taiwan. La portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, Andrea Sasse, ha accusato in una nota Pechino di aumentare il rischio di “involontari incidenti”. Sasse avrebbe così espresso i timori del Governo Scholz: “Siamo molto preoccupati riguardo alla situazione nello stretto di Taiwan. Ci aspettiamo, ovviamente il contributo di tutte le parti nella regione per la stabilità e la pace”. Sasse non ha lasciato spazio alle interpretazioni: “Questo – ha continuato – si applica ugualmente alla Repubblica Popolare Cinese. Riteniamo che misure quali la minaccia di azioni militari, aumentino il rischio di scontri involontari”. Il portavoce ha quindi concluso assicurando che la Germania stia lavorando con i propri partner internazionali per assicurare la de-escalation nella regione.
Le parole del portavoce arrivano dopo la visita del Presidente francese Macron a Pechino, considerata fin troppo amichevole da alcuni di quei partner internazionali di cui ha parlato Sasse. Le parole di Berlino sembrano proporsi quindi di riequilibrare l’immagine europea in sede atlantica, a costo di danneggiare le relazioni bilaterali con la Repubblica Popolare.
Il comunicato, infatti precede di poche ore la visita del Ministro degli Esteri tedesco, la verde Annalena Baerbock, in Cina. Quella che era stata immaginata come una visita atta a definire i rapporti commerciali e politici tra i due Paesi, ha assunto da alcuni giorni i caratteri della toppa, da parte occidentale, alla visita del Capo dell’Eliseo. Nel frattempo, ancora nessun commento da parte della diplomazia di Pechino sul comunicato di Sasse. In cambio, però, l’aviazione cinese ha annunciato l’imposizione di una no-fly zone nell’area di mare a nord di Taiwan per domenica mattina. I motivi forniti sono delle non meglio specificate “attività aereospaziali”.
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