26 Gennaio 2023
Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Fonte: imagoeconomica
Nel primo annuncio della chiamata di ieri fra i vertici europei e Washington la premier Giorgia Meloni non è stata nominata. Intervenuta diplomaticamente, è riuscita a presenziare. L'iniziale esclusione dell'Italia potrebbe essere dovuta all'atteggiamento più freddo rispetto a quello degli altri Alleati: "nell'ultimo decreto solo armi difensive e materiale per aiutare a superare l'inverno", dice Crosetto, niente armi offensive. Ma le armi sono le armi: l'Italia vuole entrare in guerra.
Ieri alle 15:34 la Casa Bianca ha annunciato che nelle ore successive si sarebbe tenuta una call fra il presidente Biden, il cancelliere Scholz, il presidente Macron e il premier Sunak. La telefonata era di importanza strategica perché alle 18 era in programma la diretta di Biden "in sostegno dell'Ucraina" nella quale molti si aspettavano ufficializzazione dell'invio dei carri armati Abrams (come poi è stato, in totale 31).
In questo incontro last minute, l'Italia, quindi, non era prevista. Dopo 11 mesi di conflitto russo-ucraino, gli Alleati hanno cercato di estrometterla. La diplomazia italiana, però, si è subito attivata per impedirlo, così che anche Meloni potesse parteciparvi.
L'asse corazzato Usa-Germania vuole la linea più dura: carri armati e guerra ad oltranza. L'approccio italiano, evidentemente, che si basa "solo" sulle armi di difesa, per loro è troppo morbido e quindi hanno provato a far scattare il ban. Biden, in conferenza, ha comunque sottolineato in più momenti che gli Alleati sono "uniti e coesi" nella linea da seguire e convinti nel supporto militaresco all'Ucraina.
Il tentativo di esclusione della Meloni era un modo per cacciare il paese meno incline alla guerra aperta, che dal loro punto di vista però si sta solo comportando in modo ambiguo. Il retromarcia è stato obbligato per evitare la spaccatura all'interno della Nato.
Il Governo vuole rimanere nell'Alleanza e continuare la guerra, ma fare finta che non lo stia facendo. Il ministro della Difesa Crosetto intervistato a 'L'Aria che tira' su La 7: "Il decreto contiene solo armi difensive e materiale per aiutare a superare l'inverno, dovrebbe essere un decreto inattaccabile anche dal punto di vista pacifista".
"Gli aiuti che arrivano non sono solo per salvare l'Ucraina, sono un freno all'escalation che la guerra potrebbe avere espandendosi, così invece resta tra due nazioni. - continua Crosetto - Bisogna avere il coraggio di fare scelte difficili per evitare scenari peggiori. I primi a voler evitare l'escalation sono i Paesi europei. Tutti auspichiamo la possibilità del tavolo della pace".
Quindi per Crosetto l'Italia non vuole la guerra, ma intanto manda le armi per alimentarla. Prosegue: "Non esiste un conflitto tra italiani e russi, gli italiani continuano ad essere amici dei russi, auspico che tra i popoli i rapporti continuino ad essere quelli di prima di rispetto e amicizia".
In generale sembrano muoversi con grande cautela per non scomodare i capi Usa e Germania. Gianandrea Gaiani, direttore di "Analisi Difesa" ed ex consigliere di Matteo Salvini, commenta così l'atteggiamento italiano: "La guerra in Ucraina continua a ledere gli interessi di un'Europa sempre più debole, più povera, meno competitiva e sempre meno armata, destinata ad essere un alleato sempre più docile degli Stati Uniti".
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