11 Gennaio 2023
L'Ue ha deciso che sulle bottiglie di vino ci sarà l'etichetta "nuoce gravemente alla salute", come per le sigarette. Si tratta di una normativa dell'Irlanda a cui Bruxelles ha dato il via libera. Certo, al momento soltanto gli irlandesi dovrebbero vedere sulle loro tavole il vino con l'etichetta inutilmente allarmistica, ma presto le cose potrebbero cambiare. C'è infatti chi teme che, in un futuro, le bottiglie che tutti avremo in tavola potrebbero recitare che "il consumo di alcol provoca malattie del fegato" o che "l'alcol e tumori mortali sono direttamente collegati". E questo potrebbe non fare bene all'Italia, tra i principali produttori di vino.
Daniela Mastroberardino nuova presidente Associazione nazionale Le Donne del vino
I principali produttori di vino, naturalmente, si sono dichiarata contrari. Italia, Francia e Spagna hanno detto no all'iniziativa arrivata dall'Irlanda. Tuttavia non c'è stato nulla da fare. La Commissione Ue ha dato il via libera alla Nazione dei quadrifogli e, non contenta, ha annunciato iniziative comuni per ridurre il "consumo dannoso" di alcolici. Tra queste, quella che va per la maggiore sono "dichiarazioni nutrizionali" e altre "avvertenze per la salute".
In Italia la Coldiretti è sul piede di guerra. L'associazione dei consumatori denuncia un vero e proprio “attacco diretto all’Italia, principale produttore ed esportatore mondiale (di vino) con oltre 14 miliardi di fatturato di cui più della metà all’estero”. Secondo la Coldiretti si tratta di un pericoloso precedente, il quale potrebbe aprire le porte a una normativa che metterebbe a rischio una filiera che - solo in Italia - porta "1,3 milioni di posti di lavoro”.
Per questo “è del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici – ha fatto notare il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino, diventato in Italia l’emblema di uno stile di vita attento all’equilibrio psico-fisico, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol". L'impegno Ue per tutelare la salute dei cittadini, dunque, secondo Coldiretti “non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate".
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