22 Novembre 2022
Si chiama Tommy Tuberville. È stato eletto in Alabama ed è l’unico senatore repubblicano che al momento sostiene Donald Trump nella corsa verso il ritorno alla Casa Bianca nel 2024. Il resto dei senatori repubblicani si mantiene cauto, se non scettico sul ritorno in campo del tycoon dopo la pesante sconfitta elettorale degli elettori trumpiani. Anche suoi super alleati quando era presidente, come Lindsey Graha, acerrimo nemico di Trump durante le primarie del 2016 e poi convertito al trumpismo, non si è sbilanciato in un endorsement, limitandosi a lodare il discorso pronunciato per candidarsi, affermando che l’ex presidente sarà “difficile da battere”.
Intanto Ron DeSantis incalza. Il governatore della Florida, appena rieletto in concomitanza con le elezioni del Midterm, è l’uomo nuovo dei repubblicani. E con ogni probabilità sarà lui a sfidare Trump alle primarie di partito per decidere chi sfiderà il candidato dei democratici, con Joe Biden, fresco 80enne, che non ha ancora ufficializzato la propria candidatura. Durante l’annuncio del ritorno in campo di Trump erano assenti diversi sostenitori storici che stanno virando verso DeSantis: l’ultimo è Stephen Schwarzman, ceo e co-fondatore del fondo di private equity Blackstone, che ha annunciato pubblicamente di aver abbandonato il tycoon nella sua nuova avventura e di voler concentrare le sue risorse sul giovane governatore della Florida. Il nuovo che avanza sembra essere preferito al ritorno al futuro di Trump.
Mitt Romney, una delle poche voci critiche di Trump in seno al partito repubblicano, ha rivelato che tutti i senatori repubblicani erano contrari all’annuncio della candidatura di Trump, temendo che questo possa creare una distrazione e una mobilitazione anti-repubblicana in vista del ballottaggio in Georgia del 6 dicembre. “Durante una riunione a porte chiuse un senatore ha chiesto: quanti di noi vogliono che Trump annunci ora la candidatura? Nessuno ha alzato la mano”, ha spiegato Romney, dicendosi convinto che il Gop, la sigla del partito repubblicano, saprà presentare dei candidati più forti invece di “riportare in campo il cavallo ormai a riposo che ha perso per tre volte di seguito”. Il riferimento, be’, è a Trump.
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