17 Ottobre 2022
La corsa al gas si fa sempre più difficile. L'Europa in primis contava su rifornimenti alternativi "per rendersi indipendente dal gas russo" ma adesso dalla Cina arrivano le porte chiuse in faccia: il Dragone, secondo quanto riportato da Bloomberg, ha indicato agli operatori del gas di proprietà statale di non rivendere più gas naturale liquefatto ad acquirenti stranieri, europei ed asiatici, al fine di garantirsi le forniture per la stagione invernale.
Un'informazione non ancora resa pubblica, spiega, ma che arriva da fonti a conoscenza dei fatti che hanno chiesto di restare anonime. È in particolare la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, vale a dire il massimo pianificatore economico cinese, che ha chiesto a PetroChina, Sinopec e Cnooc di non approvvigionare i Paesi europei mantenendo i carichi per l'uso domestico.
Da Pechino prevedono una lieve carenza nelle proprie forniture, ragion per cui il gas rimarrà tutto in Cina. C'è da aggiungere che l'impennata dei costi di spedizione unita al rapido riempimento degli stoccaggi ha ridotto l'attrattività di mercato di queste forniture, nonostante c'è chi ne abbia un disperato bisogno complice la decisione di imporre sanzioni alla Russia. Dalla Cina tuttavia non replicano riguardo la decisione.
Con l'inverno rigido alle porte, questa è una decisione che penalizza la situazione ancora di più di quanto non abbia fatto l'Ue. Non si prevedono decisioni in grado di svoltare alle porte, e Paesi che storicamente si collocano come alleati importanti dell'Italia come Germania e Francia si scambieranno i favori, senza contare che il primo ha già stanziato 200 miliardi di euro come fondo di emergenza per l'inverno.
La Cina detiene ingenti contratti per l'acquisto di gas naturale liquefatto da Stati Uniti e altri esportatori: la scarsa domanda interna dirottava parte di quella fornitura verso l'Europa. Un peggioramento della crisi energetica è alle porte.
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