04 Agosto 2022
Pesanti le accuse di Amnesty International all’esercito di Kiev, accusato, secondo alcune ricerche effettuate nell’aerea di Kharkiv e del Donbass, di avere violato deliberatamente il diritto internazionale e di avere messo in pericolo vite civili disponendo armi e truppe in abitazioni, ospedali e scuole; sia per nascondere armi e munizioni al tiro dei missili nemici, che per effettuare imboscate sulle truppe russe in avanzamento. Accuse che confermano le illazioni delle autorità russe, che a loro volta giustificano in virtù di questi argomenti i loro attacchi contro strutture civili.
La ricerca si è avvalsa sia di immagini satellitari, che di indagini in loco, esaminando i luoghi di guerra e intervistando gli abitanti delle zone interessate. Le indagini hanno mostrato con certezza che in almeno 19 città e diversi villaggi strutture civili (scuole, ospedali, residenze private) sono state utilizzate per occultare materiale bellico, “trasformando obiettivi civili in obiettivi militari” e mettendo dunque a rischio gli innocenti.
I russi lo sostenevano dall’inizio della guerra, giustificando in questo modo i violentissimi attacchi missilistici e di artiglieria su obiettivi i civili. Bisogna osservare che le accuse di Amnesty sembrano riferirsi ai primi di guerra, in cui il fronte bellico era molto più esteso (a nord, sud ed est) e i civili erano presenti in gran numero in tutte le “zone calde”.
A livello militare, la pratica rivela evidentemente la forte preoccupazione dell’esercito ucraino di nascondere i pezzi di artiglieria, specialmente occidentale, di cui hanno un bisogno disperato per duellare con la schiacciante artiglieria russa. Pezzi che sono stati nel mirino di una spietata campagna di bombardamento con i missili di precisione, di solito individuati da agenti spetznaz camuffati tra la popolazione civile ucraina.
L’accusa di Amnesty contro le forze ucraine non deve però farci dimenticare delle numerosissime accuse che la stessa associazione ha rivolto ai crimini di guerra russi, che bombardano obiettivi civili in modo indiscriminato (specialmente ora che gli stock di missili di precisione si sono assottigliati), a volte apparentemente privi di qualsiasi rilevanza militare, il che evidenzia sia le difficoltà in parte russa nel targeting (corretta individuazione degli obiettivi nemici) che la assoluta disponibilità a colpire i civili.
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