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Sanzioni Russia, Abramovich fa guerra all'Europa: "Violati i diritti fondamentali"

Gli oligarchi fanno guerra all'Europa per il congelamento dei loro asset e la relativa minaccia di esproprio per la ricostruzione dell'Ucraina: "Violati i diritti fondamentali", l'oligarca è infatti cittadino portoghese

18 Luglio 2022

Sanzioni Russia, Abramovich fa guerra all'Europa: "Violati i diritti fondamentali"

Il miliardario Roman Abramovich, insieme ad altri importanti magnati russi hanno deciso di fare una guerra legale contro l'Unione Europea. Oltre a richiedere il risarcimento danni per il congelamento dei propri asset, chiedono la revoca delle sanzioni.

Sanzioni Russia: il sacco europeo contro gli oligarchi in favore di Kiev? 


Anche il Wall Street Journal ha riportato la notizia dicendo che gli oligarchi hanno deciso di sfidare le restrizioni attraverso il ricorso alla giustizia europea poiché i loro diritti sono stati violati dalle sanzioni.
In altre parole le sanzioni combinate dall'Unione Europea e da tutti i paesi occidentali hanno violato i diritti fondamentali protetti dal blocco stesso, considerando oltretutto che lo stesso Abramovich ha tra gli atti anche una cittadinanza portoghese.


Il famoso piano di 750 miliardi di dollari (per iniziare) presentato nella conferenza di Zurigo il 5 luglio scorso, e che concerne un business plan articolato fino al 2032 in cui sarebbero stati svolti oltre 850 progetti di cui 500 soltanto entro il 2025, sarebbe stato finanziato per i due terzi con i soldi confiscati ai beni degli oligarchi sparsi per il mondo e che ammonterebbero, secondo le stime, dai 300 ai 500 miliardi di dollari.
Ma gli oligarchi non sono responsabili del governo russo e tantomeno delle scelte in materia militare e politico. Per cui gli oligarchi miliardari hanno deciso di inventare cause contro l'Unione Europea. Il congelamento dei loro asset e la minaccia di sequestro volto a finanziare l'Ucraina nella sua ricostruzione sarebbe illegittimo e frutto di un abuso di potere.

Sanzioni Russia: Se vincessero i costi della ricostruzione ricadrebbero su Bruxelles

Se l'Unione Europea sta trattando con Kiev per renderla un paese europeo in tutti i sensi e i progetti di ricostruzione confermano questa volontà infatti per tutti i progetti da attuare dal 2025 al 2032 esistono anche grandi opere pubbliche volte a creare collegamenti via terra, via aria e strade tra l'Unione europea e l'Ucraina, in modo da assorbirla e renderla molto più accessibile da tutti i paesi dell'Unione Europea.

Questo significa che, finita la guerra, bisognerà decidere in che modo finanziare l'Ucraina, se gli oligarchi dovessero vincere questa battaglia legale e internazionale, e in tutta oggettività potrebbero farcela, allora dovrà essere costituita una nuova Yalta per determinare chi deve risarcire i danni a Kiev e, in mancanza di collaborazione da parte russa, potrebbe anche rendersi necessario un intervento da parte dell'unione europea. Questo sarebbe gravare sulle spalle dei contribuenti europei la ricostruzione di Kiev.

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