29 Marzo 2022
fonte: Twitter @francescagraz1
Cresce la psicosi avvelenamento ai negoziati tra Russia e Ucraina. Dopo la notizia dei sintomi riscontrati ai primi di marzo dall'oligarca Roman Abramovich e da due negoziatori, le istituzioni di Kiev restano infatti in stato d'allerta. A tal proposito, il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha chiesto ai negoziatori seduti al tavolo con Mosca di non mangiare, né bere e né toccare le superfici. Stando alle ultime rivelazioni, la quantità di veleno assunta da Abramovich non sarebbe stata comunque sufficiente a togliergli la vita. Si ipotizza pertanto che il presunto avvelenamento avesse il solo scopo di spaventarlo.
"Consiglio a chiunque si trovi a negoziare con la Federazione russa di non mangiare o bere e preferibilmente evitare di toccare qualunque superficie", ha affermato il ministro Kuleba secondo quanto riportato dall'emittente SkyNews. Attualmente le delegazioni di Russia e Ucraina sono impegnate nei negoziati che si stanno tenendo a Istanbul, in Turchia. Sul tavolo la possibilità dell'adozione dello status neutrale da parte di Kiev come richiesto da Vladimir Putin. Il presidente ucraino Zelensky aveva tuttavia già in precedenza specificato che un passaggio di questo tipo avrebbe dovuto necessariamente essere approvato tramite referendum popolare.
A riportare per primo l'avvelenamento di Roman Abramovich è stato il Wall Street Journal, seguito poi da una conferma ufficiale del portavoce dell'oligarca russo. L'episodio sarebbe avvenuto tra i 3 e il 5 marzo, quando Abramovich avrebbe riscontrato "desquamazione della pelle del viso e delle mani, occhi rossi" e una "profusa e dolorosa lacrimazione". Al momento non è chiaro se il mezzo usato per avvelenare l'oligarca sia stato qualche agente chimico o biologico oppure una qualche forma di attacco con radiazioni elettromagnetiche. Sul caso erano immediatamente intervenute le autorità di Kiev, ipotizzando che potesse trattarsi di un attacco proveniente "da chi voleva sabotare le trattative".
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