26 Febbraio 2022
Battaglione Azov (fonte: Lapresse)
Sto vivendo una crisi di coscienza senza precedenti. Conosco “sul campo” la situazione Ucraina. So che fin dal 2014 gli Stati Uniti hanno destabilizzato il Paese. Ero a Kiev dietro le barricate durante la seconda rivoluzione arancione, in Piazza Maidan ho stretto la mano ai mercenari georgiani e ai miliziani filonazisti dalle bandiere gialle. Armare un Paese come l’Ucraina per allargare l’influenza della NATO ai confini della Russia è stata una follia, l’ennesimo errore americano. Ma come si fa ad accettare un’invasione militare? Come puo’ un vecchio avvocato internazionalista giustificare una guerra? Gli Americani sono stati avvertiti, non una, mille volte. Sono stato nel Dombass, a Donetsk: è russofono, non proprio come la Crimea, diciamo in maggioranza. È in guerra da otto anni. In molti se ne sono andati da tempo. Quelli che potevano farlo. Non ci sono scelte di campo semplici, in questo caso leggo i post di persone che prendono una parte o l’altra senza esitazioni. Io non ci riesco. E c’è un motivo gravissimo: non riesco più a tollerare l’ipocrisia americana, che ha contagiato tutto l’Occidente. Non riesco più a tollerare lo svuotamento di significato e la strumentalizzazione delle Organizzazioni Internazionali. Ho orrore della guerra e mai potrò prendere le parti di chi si faccia giustizia con le armi. Ma mi domando: era proprio necessario provocare Putin fino a convincerlo (non uso l’espressione costringerlo) a un’invasione? Non è forse questa la dimostrazione che le Organizzazioni Internazionali sono l’ennesima figlia di fico per coprire tutta l’impudicizia degli Americani? Non avrei mai pensato cose simili prima della pandemia. Dopo avere assistito a tutte le bugie, alla più grande campagna di mistificazione della storia per insabbiare l’origine dell virus Sars-Cov2, dopo avere letto documenti incontrovertibili sul Deep State e la corruzione globale, sull’OMS di Tedros Adhanom Ghebreyesus, sugli esperimenti di Gain of Function condotti a Wuhan anche da scienziati Occidentali, io proprio non riesco più a essere filoamericano. Che non significa essere filo Putin. Significa essere - ma ormai per me è normale - contro tutti.
(di Alfredo Tocchi)
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