21 Agosto 2021
Fonte: Instagram @kamalaharris
“Black Lives Matter”, le vite dei neri sono importanti, è stato il giusto tormentone della campagna presidenziale americana tra Joe Biden e Donald Trump.
Il movimento, nato dopo l’omicidio dell’afroamericano George Floyd per mano di un poliziotto americano, ha portato milioni di persone nelle strade con scontri e manifestazioni, più o meno pacifiche, ma sicuramente impattanti sulla società americana.
Nello sconquasso politico di una società divisa, con estremismi razzisti e in piena pandemia da Coronavirus, la nomina del vicepresidente Kamala Harris è stato un fatto epocale, una ventata di novità.
Il grintoso avvocato di colore ha regalato, attraverso la sua nomina, il sogno ad ogni bambina statunitense di diventare, un giorno, vicepresidente degli USA.
E su di lei già si erano fatti molti film, il primo dei quali quello di poter subentrare all’anziano Biden dopo un biennio di presidenza. Prima donna presidente degli Stati Uniti.
Hanno fatto scalpore le parole del nuovo vicepresidente al giuramento “proteggerò la costituzione e l’America non con l’esempio della forza ma con la forza dell’esempio”. Altrettanto scalpore sta facendo il suo assordante silenzio di fronte ad una delle più grandi vergogne degli Stati Uniti. La fuga dall’Afganistan rimarrà una macchia indelebile sulla bandiera a stelle e strisce. Dietro a Biden durante il paio di imbarazzanti conferenze stampa per giustificare l’ingiustificabile, Kamala stava rispettosamente alle spalle con il volto coperto dalla mascherina. Coperta forse per la vergogna.
Orbene adesso con il disastroso ritiro e fuga delle truppe americane dall’Afganistan ci sarebbe stato davvero bisogno della sua voce.
“Afghan Lives Matter”, le vite degli afgani sono importanti, è qualcosa che adesso suona ancor più pesante e discriminante, un qualcosa che avrebbe avuto bisogno della voce alta, forte e decisa di una donna influente a favore di tante donne che stanno rischiando la vita.
Una presa di posizione forte della donna politica tra le più importanti del pianeta a favore delle donne afgane avrebbe sicuramente costituito un elettroshock salutare a tutto un mondo femminile capace di scendere in piazza per ogni cosa ma restio a difendere la vita e l’onore di tante donne, madri, professioniste, volontarie, illuse da vent’anni di potenziale libertà e che, nello spazio di un mattino, si sono trovate costrette a chiudersi in casa e a nascondersi, pena, a volte , la vita.
Ecco da una donna che aveva acceso tante speranze e sogni ci si sarebbe aspettato molto di più.
Ma in fondo l’Afghanistan è lontano, la democrazia, come ha detto Vladimir Putin e pure il nostro Gianni Letta non si puo’ esportare ed allora facciamo finta di niente, copriamoci il volto con la mascherina che in fondo se pure Kamala Harris sta in silenzio possono stare in silenzio anche milioni di donne europee e americane. “Afghan Lives Matter” non è più nemmeno uno slogan.
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