16 Dicembre 2025
Israele "potrebbe" aver violato il cessate il fuoco decidendo di colpire con l'ennesimo raid aereo fuori Gaza City un alto funzionario di Hamas, Raed Saad, uccidendolo: a dirlo sono proprio gli Stati Uniti che finalmente ha deciso di valutare l'attacco israeliano come "potenziale" violazione della tregua.
Tra Israele e gli Stati Uniti sembrano esserci nuovi attriti dovuti, puntualmente, alle politiche terroristiche del primo ministro israeliano Netanyahu contro Gaza e i palestinesi, nonostante la presunta tregua sia in corso da più di due mesi. L'ultimo grave fatto risale allo scorso sabato 13 dicembre, quando l'Idf, con un nuovo attacco aereo, ha ucciso Raed Saad, vice comandante delle Brigate Ezzedin al Qassam, uno dei leader di spicco di Hamas.
Si tratta, dal 10 ottobre scorso, dell'atrocità di più "alto profilo" di membri dell'organizzazione di Hamas da parte di Israele. La notizia della morte di Saad è stata confermata dai vertici stessi di Hamas, che hanno definito la mossa israeliana una nuova e grave violazione del cessate il fuoco. "Chiediamo ai mediatori, e soprattutto al principale garante, l'amministrazione Usa e il presidente Donald Trump, di lavorare per obbligare Israele a rispettare il cessate il fuoco e a impegnarsi a rispettarlo" ha incalzato Khalil al-Hayya, capo negoziatore di Hamas, avanzando nuovamente legittime richieste. Hamas si è quindi detta legittimata a "rispondere all'aggressione".
Così, l'amministrazione statunitense - a quanto si apprende - si è presa in carico la "valutazione" dell'omicidio di Saad per capire se "vi sia stata o meno violazione dell'accordo". Nonostante Trump ancora fatichi ad ammettere le palesi violazioni israeliane al suo stesso cessate il fuoco, a quanto risulta da fonti Axios, molti dirigenti Usa come Marco Rubio, Steve Witkoff e Jared Kushner sarebbero "frustrati" per le mosse politiche di Netanyahu, incapace di darsi un freno. Le irritazioni israeliane nei confronti della Casa Bianca ormai non si contano più: la morte di Saad è solo l'ultimo fatto, preceduto da una serie di atrocità palesi e ingiustificate, non solo nella Striscia e in Cisgiordania, ma anche in Siria adesso.
Il 29 dicembre è previsto un incontro fra Donald Trump e Netanyahu a Mar-a-Lago, in Florida. Mentre oggi, 16 dicembre, si riuniranno a Doha i rappresentanti di 25 Paesi, sul tavolo: il "futuro di Gaza" relativamente a cessate il fuoco e "stabilizzazione della Striscia". A quanto si apprende, il vertice punterà a definire i passaggi e il funzionamento delle squadre incaricate a garantire la stabilità e la ricostruzione di Gaza. Resta in forse - per le resistenze di Netanyahu - la partecipazione della Turchia, che si è detta disponibile, con circa 2 mila uomini al seguito.
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