31 Gennaio 2021
Sono almeno 2.119 i manifestanti fermati dalla polizia nelle proteste di oggi in Russia contro la detenzione dell'oppositore principale di Putin, Alexey Navalny. A riportalo è l'ong Ovd-Info sul suo sito ufficiale.
In Piazza Sennaya, a San Pietroburgo, "la polizia ferma brutalmente i giornalisti" nonostante indossino gilet gialli con su scritto "Stampa" e mostrino i tesserini. Lo riporta la testata online Meduza, secondo cui uno dei fermati è il fotoreporter Georghi Markov, che stava scattando foto per il sito Znak.com.
E' stata fermata dalla polizia russa anche la moglie di Aleksey Navalny, Yulia Navalnaya, mentre andava assieme a un gruppo di manifestanti verso il carcere di Matrosskaya Tishina di Mosca, dove è rinchiuso l'oppositore. Lo riporta la tv Dozhd. Gli agenti hanno iniziato a fermare i manifestanti che si sono radunati nei pressi del carcere. Lo riporta l'agenzia Interfax. Un video pubblicato da Meduza mostra i manifestanti che urlano in coro "Libertà" per Navalny.
Gli Stati Uniti di Joe Biden, per bocca del segretario di Stato Antony Blinken, condannano le "tattiche brutali" della Russia contro i manifestanti di opposizione. "Gli Stati Uniti condannano l'uso persistente di tattiche brutali contro manifestanti pacifici e giornalisti da parte delle autorità russe per la seconda settimana consecutiva - afferma in un tweet il segretario di Stato americano Antony Blinken -. Rinnoviamo il nostro appello alla Russia affinché rilasci i detenuti per aver esercitato i loro diritti umani, tra cui Aleksey Navalny", conclude.
Questa mattina la polizia russa aveva arrestato almeno 519 attivisti in 35 città dal Paese. Partecipavano alle proteste su tutto il territorio nazionale per chiedere la liberazione di Alexei Navalny, oppositore e rivale numero uno di Putin. A renderlo noto la ong OVD-Info.
Le proteste sono cominciate sulla costa est del Paese, incluso nella città di Vladivostok.
Navalny, 44 anni, è stato arrestato il 17 gennaio scorso al suo ritorno dalla Germania, dove era stato ricoverato in seguito a un tentativo di avvelenamento.
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