30 Luglio 2025
Porsche ha aggiornato al ribasso le proprie previsioni per l’esercizio 2025, a seguito di un primo semestre segnato da una significativa flessione dei risultati finanziari. Il produttore tedesco ha registrato un utile netto pari a 780 milioni di euro nei primi sei mesi dell’anno, in calo del 71% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’utile operativo si è attestato a 1,01 miliardi di euro, in diminuzione del 67% rispetto ai 3,06 miliardi dell’anno precedente.
Il secondo trimestre è risultato particolarmente debole, anche a causa dell’introduzione di nuovi dazi statunitensi sulle importazioni: l’utile operativo nel periodo è sceso del 91%, a 154 milioni di euro. L’impatto delle tariffe commerciali ha inciso per circa 400 milioni di euro sui conti della casa automobilistica. A partire da quest’anno, le auto esportate negli Stati Uniti saranno soggette a una tariffa del 15%, che l’azienda intende in parte compensare attraverso modifiche al listino prezzi.
"Continuiamo ad affrontare sfide significative in tutto il mondo. Questa non è una tempesta passeggera", ha dichiarato l’amministratore delegato Oliver Blume, aggiungendo che un ritorno alla crescita potrebbe non concretizzarsi prima del 2026. La posizione di Blume, che ricopre anche il ruolo di CEO del gruppo Volkswagen, continua a sollevare domande sulla sostenibilità della doppia carica.
Alla luce delle difficoltà emerse, Porsche ha abbassato il target di margine operativo per l’intero anno, ora stimato tra il 5% e il 7%, rispetto al precedente intervallo compreso tra 6,5% e 8,5%. Le previsioni di fatturato restano invece confermate tra 37 e 38 miliardi di euro.
Le consegne globali nel primo semestre sono diminuite del 6,1%, passando da 155.945 a 146.391 veicoli. Tra i fattori che hanno contribuito al rallentamento, il rallentamento della domanda di veicoli elettrici in alcuni mercati asiatici.
L’azienda ha inoltre contabilizzato 700 milioni di euro in oneri straordinari: 200 milioni per costi di ristrutturazione e 500 milioni legati alle attività nel settore delle batterie. Dopo aver annunciato a febbraio un piano di riduzione dell’organico di 1.900 unità nei prossimi quattro anni (escludendo licenziamenti forzati grazie a un accordo in vigore fino al 2030), Porsche ha fatto sapere che il dialogo con i rappresentanti dei lavoratori riprenderà nella seconda metà dell’anno.
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