14 Luglio 2025
Prende il via oggi, lunedì 14 luglio 2025, l’offerta pubblica di scambio (OPS) promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca. Il periodo di adesione, della durata massima prevista di 40 giorni lavorativi, si concluderà lunedì 8 settembre, salvo eventuali proroghe. L’offerta prevede uno scambio di 2,533 azioni MPS per ogni azione Mediobanca.
MPS punta a raggiungere almeno il 51% del capitale dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Al momento dell’avvio dell’OPS, risulta già acquisito il 35% delle azioni Mediobanca. La soglia minima di adesione fissata da MPS è infatti del 35%, mentre quella massima è del 66,67%.
Il consiglio di amministrazione di Mediobanca, riunitosi nella serata di venerdì 11 luglio, ha respinto l’offerta definendola “ostile e non concordata”, oltre che priva di un razionale industriale e strategico per gli azionisti. L’analisi delle fairness opinion affidate a Centerview, Equita e Goldman Sachs ha indicato un rapporto di scambio equo di circa 3,71 azioni MPS per ogni azione Mediobanca. L’offerta attuale di MPS risulta quindi inferiore di circa il 32% rispetto a tale valutazione.
Al momento della chiusura settimanale dei mercati, lo sconto implicito dell’OPS era pari al 3,9% rispetto ai prezzi di Borsa, mentre rispetto agli ultimi valori borsistici registrati da Mediobanca lo sconto si attesta al 4,6%.
Il CdA di Mediobanca ha inoltre criticato la struttura dell’offerta, che prevede due soglie di adesione. In particolare, la soglia minima del 35%, seppur sufficiente a ottenere il controllo di fatto, non garantirebbe agli azionisti benefici concreti. Sulla base dei dati storici relativi alla partecipazione assembleare, secondo Mediobanca, la possibilità che MPS eserciti effettivamente tale controllo risulterebbe incerta.
In termini di impatto economico, Mediobanca stima dissinergie pari a circa 460 milioni di euro in caso di fusione tra i due istituti, cifra che potrebbe salire fino a 665 milioni in assenza di integrazione. Secondo quanto comunicato dal board, tali effetti negativi deriverebbero in particolare dall’eventuale uscita di banker e masse gestite da Mediobanca.
Il prospetto informativo diffuso da MPS evidenzia che, in caso di mancato raggiungimento del 50% del capitale, l’integrazione operativa risulterebbe rallentata, con un orizzonte temporale di circa 12-18 mesi. Le sinergie attese sarebbero quindi conseguibili solo in parte e con tempi più lunghi. L’assenza di una soglia superiore al 50% impedirebbe inoltre il consolidamento fiscale e la valorizzazione immediata delle DTA. In scenari di adesione differenziati, i livelli stimati di CET1 ratio fully loaded al 31 marzo 2025 per il gruppo risultante sarebbero pari a 17,8% con il 100% di adesioni, 16,6% con il 66,67%, 16,2% con il 50% e 15,6% con il 35%.
In merito alle prospettive economiche, Mediobanca ha indicato che la crescita dell’utile ante imposte dell’entità combinata, stimata in circa 350 milioni di euro tra il 2025 e il 2028, deriverebbe per l’85% dal risultato atteso da Mediobanca stessa in modalità stand-alone. Secondo il CdA, tale incremento verrebbe però neutralizzato dalle dissinergie.
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